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Scritto da Redazione
Piana
28 Novembre 2024

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La giunta comunale di Porcari, nella seduta della mattina di martedì (26 novembre), ha approvato l'aggiornamento della delimitazione dei centri abitati, in conformità con il codice della strada e il relativo regolamento di esecuzione, già approvato il giorno precedente dalla commissione consiliare urbanistica.

L’ultima delimitazione ufficiale dei centri abitati risaliva al 2003, nonostante i significativi cambiamenti intervenuti sul territorio negli ultimi vent’anni. L’attuale revisione è stata resa necessaria nel quadro degli studi conoscitivi per il piano operativo in formazione e tiene conto dello sviluppo del tessuto edilizio, della declassificazione di alcune strade da provinciali a comunali e della necessità di uniformare la posizione della segnaletica stradale con i nuovi confini.

Il gruppo di lavoro, incaricato lo scorso 16 ottobre, ha incluso tecnici comunali e il comandante della polizia municipale, Gionata Gualdi, che ha garantito il rispetto delle prescrizioni tecniche. Il lavoro è stato affidato all'architetto Francesco Monacci, che ha consegnato lunedì scorso al Comune una relazione dettagliata corredata da cartografia aggiornata. Lo stesso giorno si è riunita la commissione urbanistica.

La delibera adatta dunque i confini all'assetto attuale degli insediamenti e, di conseguenza, presenta elementi di novità anche per la conferenza dei servizi della Regione Toscana, che dovrà pronunciarsi sull'autorizzazione dell'impianto di riciclo di pannolini previsto a Salanetti, a soli 90 metri dal confine con il territorio comunale di Porcari e dal suo centro abitato così definito.

Secondo il Piano rifiuti e bonifiche un impianto di riciclo non può essere autorizzato se situato a meno di 200 metri dal centro abitato. La nuova delimitazione aggiornata del Comune di Porcari certifica che il sito proposto per l'impianto di riciclo pannolini a Salanetti si trova in una posizione di prossimità al centro abitato inferiore al limite individuato dalle norme regionali: questa vicinanza può rappresentare dunque un motivo escludente l’autorizzazione.

La nuova definizione dei confini sarà esposta nella prossima conferenza dei servizi, sede nella quale il Comune di Porcari ribadirà la propria opposizione all’impianto, già espressa in numerosi atti formali e nel ricorso al Presidente della Repubblica, oggi trasposto al Tar. L’aggiornamento fornisce un supporto tecnico-legale solido alle istanze del territorio e va a modificare il quadro di riferimento sul quale si è pronunciato recentemente il Tar della Toscana respingendo il ricorso presentato da due cittadini proprietari di un edificio residenziale in via Ciarpi.

 

Dichiarazione dell'amministrazione comunale di Porcari

 

Con questo atto mettiamo una pietra tombale sulle chiacchiere strumentali cavalcate dalla

minoranza in questi mesi. Non c'è stata serietà né onestà intellettuale. Due mancanze che hanno

dapprima agitato gli animi degli abitanti, comprensibilmente preoccupati per la realizzazione del

nuovo impianto, e poi hanno trascinato questo eccesso di rabbia fomentata ad arte verso un ricorso

al Tar fallimentare. L'opposizione sapeva molto bene quanto fosse debole ricorrere al tribunale

amministrativo sulla base di un perimetro aggiornato al 2003: ma forse non era tutelare gli

interessi dei porcaresi il loro fine reale, quanto apparire, ergersi a difensori indefessi di quelle

stesse istanze che l'amministrazione stava già cercando di difendere nelle giuste sedi e con i giusti

mezzi.

C'è di più. Le motivazioni addotte dai ricorrenti al Tar – due privati cittadini e non un comitato, sia

chiaro – avevano una portata limitata, legata principalmente alla tutela della loro proprietà e non

a questioni con un impatto significativo sull’interesse generale della collettività. La fretta di agire

rumorosamente, per sovrastare e minimizzare l'impegno dell'amministrazione a tutela dei porcaresi, ha offuscato forse la capacità di giudizio della minoranza alla regia di questo salto nel

vuoto? Sarebbe stata diversa la sentenza se il ricorso fosse stato presentato come La Porcari che

vogliamo, o come comitato regolarmente costituito, soggetto giuridico collettivo portatore di interessi diffusi? Vorremmo poterci sbagliare, ma il gruppo di minoranza sembrerebbe essersi comportato con la stessa codardia del monello che tira il sasso e nasconde la mano.

 

La debolezza di una rimostranza di interesse particolare su un progetto che, ci piaccia o meno,

ha manifeste finalità di interesse pubblico e un finanziamento europeo già ottenuto, era chiara dal

primo momento. Ma no, è stato preferito mandare avanti, con ampia compartecipazione alla spesa

per farlo, un ricorso nato male, con pochissime probabilità di essere accolto proprio perché basato

sul caso di una singola abitazione e su quel caso si è pronunciato il Tar, non su altro.

 

Diverso discorso va fatto per il ricorso, ancora oggi pendente, portato avanti dal Comune di Porcari al Presidente della Repubblica, fondato su motivazioni ulteriori, ponderato e ragionato dall'amministrazione, dai pubblici ufficiali che lavorano a servizio della collettivià porcarese e dai legali incaricati.

 

L'assemblea dello scorso 12 novembre, condotta dal gruppo di minoranza tra omissioni, facili

soluzioni e superficialità, ha avuto come unico esito l'invio massiccio di lettere, tutte uguali, con le

quali i cittadini e le cittadine chiedevano al sindaco la delibera di giunta di aggiornamento del

perimetro del centro abitato. Peccato che l'incarico per procedere in quella direzione questa

amministrazione lo avesse affidato un mese prima, il 16 ottobre. Anomalo che la minoranza, così

attenta agli atti pubblicati dal Comune di Porcari, non avesse trovato riscontro di questo

affidamento prima.

 

Oggi questa delibera c'è, è l'esito di un lavoro serio su tutto il territorio comunale, un doveroso aggiornamento di carte rimaste ferme al 2003 nonostante le trasformazioni intervenute in questi 21 anni e necessario per attualizzare il quadro conoscitivo alla base dei nuovi strumenti urbanistici in via di definizione. Questa delibera ci sarebbe stata anche se la minoranza avesse impiegato le proprie energie nella costruzione di un percorso sano di dialogo, peraltro mai negato nei contesti pubblici e in quelli più riservati, anziché animare le preoccupazioni delle persone.

 

Siamo stati eletti per servire questo paese. Non rispondiamo ad altre logiche. Non tramiamo in

segrete stanze. Ma è il momento di fare della seria informazione sulla vicenda Salanetti, fermo

restando che percorreremo tutte le strade utili per impedire l'autorizzazione dell'impianto alle porte del paese, supportati, come sempre, dal nostro team legale. Lo stesso che al momento ha impedito la realizzazione dell'impianto fotovoltaico a terra in via Forabosco.

Il nostro ricorso al Presidente della Repubblica, trasposto al Tar, si basa su principi diversi dal

ricorso al Tar recentemente respinto. Ecco perché è ancora concreto l'auspicio che l'esito possa

essere diverso e il progetto possa essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale.

 

Dobbiamo anche essere consapevoli che 15 milioni di finanziamenti europei sono un'opportunità che Reti Ambiente farà di tutto per difendere. Non possiamo dire “basta fare il perimetro del centro

abitato”: se lo facessimo illuderemmo soltanto le persone. Continuiamo a monitorare la vicenda e

attrezziamoci, insieme, per ottenere il massimo per Porcari in qualunque direzione vadano le

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