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Scritto da aldo grandi
Piana
11 Giugno 2024

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Elisabetta Triggiani è un fiume in piena anzi, uno tsunami vero e proprio che prima si è ritirato in attesa del voto, poi, a bocce ferme, ma surriscaldate dalla sconfitta bruciante, è tornata sulle proprie orme con una onda pronta a spazzare via tutta quella mediocrità che ha costretto il centrodestra a patire la quinta sconfitta elettorale consecutiva a favore di un centrosinistra che campa di rendita in virtù degli errori commessi dai suoi dirigenti negli ultimi 25 anni. Schiaffi volati da ben cinque lustri a due a due fino a quando non diventeranno dispari, ossia mai. E sul banco degli imputato o al... simbolico patibolo, la Triggiani mette una sola persona, Riccardo Giannoni, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, un genio della stirpe italica che già aveva accusato la Gazzetta di Lucca e chi scrive di scarsa attendibilità quando avevamo scritto che il candidato ufficioso del centro destra, Matteo Petrini, non aveva alcuna intenzione di farsi metaforicamente inchiappettare accettando di diventare l'agnello sacrificale e sacrificato dopo mesi di esitazioni e litigi interno al partito meloniano. La Triggiani, avvocato, ci fa giù pesante e consapevole che i danni provocati da Giannoni sono, ormai, irrecuperabili e, purtroppo, indelebili. La sua intervista è una vera e propria dichiarazione di guerra, ma non c'è dubbio che i vertici regionali del partito che voleva cambiare l'Italia, ma che, a volte, è persino peggio di quelli che lo hanno preceduto, finiranno per lavarsene le mani e anche i piedi e continuare sulla strada del suicidio politico collettivo. In fondo, come è stato più volte detto, ha perso un civico, Paolo Rontani, che di più non poteva fare e troppo ha anche fatto.

Buongiorno Triggiani. Come ci si sente ad aver preso più voti di tutti, ovviamente tra i candidati del suo partito Fratelli d'Italia?

Innanzi tutto, direttore, la ringrazio per questa inaspettata intervista. Sono sincera: ci si sente benissimo. Oltre ad essere arrivata prima della mia lista sono risultata la donna più votata del centrodestra e posso dire solo grazie al sostegno dei cittadini, dei familiari e degli amici più stretti. Mi perdoni, poi, un piccolo peccato di presunzione: anche grazie al modo di essere: sempre disponibile con tutti e capace di dialogare con tutti a prescindere dal colore politico.

Sia sincera: qualche rimpianto?

Quello di sempre: di non aver fatto di più soprattutto per gli elettori di centrodestra che chiedevano a gran voce di avere la possibilità di scegliere e di votare un candidato schierato a destra.

Certo che il centrodestra continua da oltre un ventennio a prendere schiaffi in quel di Capannori e a questo punto pare proprio che ci abbia anche preso gusto. Saranno mica un po' masochisti i suoi vertici di partito?

Sono sempre stata una donna di partito e, pertanto, “fedele” (se così si può dire) alla squadra, ma a questo punto me lo chiedo anche io. Spero tanto in un sano e franco confronto all’interno del centrodestra ed in un cambio netto di rotta. E’ inutile e deleterio dare la colpa alla sinistra o agli elettori che sono sovrani. Se sono più di venti anni che governa il centrosinistra vuol dire che sono più bravi. Punto. Le domande e le risposte ce le dobbiamo fare e dare noi al nostro interno.

A noi è stato confidato che alcuni mesi fa sia Forza Italia sia la Lega avevano proposto al coordinatore provinciale del suo partito Riccardo Giannoni di candidarla a sindaco di Capannori. E' vero? E se sì, cosa accadde veramente tra voi due?

Anche a me è stato “confidato” e, purtroppo, da persone esterne al mio partito. I primi di aprile ho ricevuto un messaggio di congratulazioni e di incondizionato sostegno da parte di un esponente della Lega che mi diceva che al tavolo delle trattative, subito dopo il passo indietro di Matteo Petrini, gli amici di Forza Italia avevano fatto il mio nome come possibile candidato unitario del centrodestra. Considerato che io non avevo, mai, mostrato ambizioni in tal senso visto che, per me, il candidato ideale era Matteo Petrini, chiesi riscontro al mio coordinatore provinciale Riccardo Giannoni. Riccardo, mi confermò la circostanza, ma mi disse, in sostanza, che, oramai, si erano creati dei presupposti diversi e che non era il caso di prendere in considerazione il mio nome. Della cosa, da buon soldato, ne ho preso atto. Certo che se io e i membri del direttivo ne fossimo venuti a conoscenza a marzo, avremmo avuto modo, quanto meno, di parlarne considerando che alcuni, sempre all’interno del direttivo, ma anche della società civile, in tempi non sospetti, mi avevano già chiesto di valutare questa possibilità. Sia chiaro sarebbe stato tardi, anzi tardissimo, ma potevamo valutare di mantenere fede all’impegno preso con la cittadinanza di proporre un candidato politico evitando, di fatto, un ballottaggio al primo turno.

Su una cosa siamo tutti d'accordo: la disfatta del centrodestra, l'ennesima a Capannori, porta la firma dei dissidi interni all'opposizione e, in particolare, proprio dentro Fratelli d'Italia che prima voleva candidare Matteo Petrini il quale, intelligentemente, di prenderlo nel baugigi non ci pensava nemmeno e, poi, ha ripiegato su Rontani. Concorda?

Dei dissidi interni, ai quali ho sempre cercato di stare alla larga, non lo dico io, ma parlano i giornali; forse lei stesso, direttore, a volte, ha scritto in merito. Ho sempre creduto che in politica (come nella vita e nel lavoro), per quanto siano fisiologiche visioni diverse, l’importante è lavorare e lavorare bene. L’elettorato non è stupido ed apprezza l’unità, la serietà, l’impegno concreto, la presenza, il mettersi a disposizione di fatto e non a parole. Sono contenta che questa mia visione sia stata confermata dal risultato ottenuto. Fra l’altro, mi sono giunte voci dai rappresentanti di lista che ho perso quasi più di 40 preferenze perché il mio nome, per mero errore, è stato scritto accanto a simboli diversi da quello di Fratelli d’Italia.

Anche lei, però, se fosse stata candidata ad aprile o giù di lì, avrebbe avuto ben poche chances e sarebbe stata l'ennesima dimostrazione della incompetenza e della incapacità politiche dei vertici.

Se avremmo vinto o perso non lo so. Se sapessi leggere il futuro me ne starei a palle all’aria in un’isola caraibica. Posso ipotizzare che avremmo perso ugualmente. Certo le posso dire (e provare) che sia durante la campagna elettorale, che in queste ore ho ricevuto decine di messaggi sia di cittadini che di esponenti presenti e passati della politica capannorese che mi hanno detto che se fossi stata candidata io - forse - saremmo andati al ballottaggio, se non altro perché l’elettorato poteva scegliere tra quattro candidati. Certo che parlare con il senno di poi... è troppo facile, ma posso dirle che quando il mio nome iniziò a girare venni raggiunta da un esponente di centrosinistra con il quale sono molto amica che, scherzando, mi disse “ti prego non ti candidare perché vinciamo uguale, ma con te sarebbe molto più dura”... ovviamente scherzava… ma non si può dire anche alla luce di un famoso sondaggio (di cui sono venuta a conoscenza solo qualche giorno fa) che era stato commissionato da un privato e che mi dava come candidata preferita.

Facciamo finta che, adesso, ci sia, finalmente, la resa dei... Giannoni: di quali 'reati' politici lo accuserebbe?

Riccardo Giannoni è il mio presidente provinciale e ne ho massimo rispetto. Forse dovrebbe dialogare e confrontarsi di più; noi militanti siamo una preziosa risorsa per il gruppo. Dovremmo essere valorizzati. Le decisioni prese senza confronto difficilmente sono buone. Adesso il nostro compito, intendo noi militanti e consiglieri eletti, è quello di costruire una cosa forte e straordinaria per Capannori che non possa essere scalfita da nessuno. Mi permetto di copiare ed incollare qui uno dei tanti messaggi che oggi ho ricevuto: “Cominciate a lavorare da subito per costruire il gruppo che è la cosa più importante… e lavorare per il bene comune remando tutti nella solita direzione. Il gruppo sarà l’arma vincente”. Questo quello che ci chiede la gente. Ed io sono pronta!

Riccardo Giannoni è coo!rdinatore provinciale del suo partito quindi, teoricamente, sta sopra di lei. Lei lo ha criticato. Come pensa che possiate andare avanti facendo finta di niente? Non dovrebbe dimettersi vista la catastrofe... umanitaria che ha causato nel centrodestra?

Beh questa è una valutazione che deve fare solo lui. Io non mi permetterei mai di proporgli una cosa del genere. Ribadisco: credo che come nostro presidente debba avere, con noi militanti, un confronto perché di qui in avanti il diktat deve essere: unire e lavorare! Certo è che abbiamo perso quasi tutti i comuni che nella provincia di Lucca andavano al voto. Vanno capite le cause.

Anche Lido Moschini è stato eletto avendo, però, tutto il partito contro. In più anche Matteo Petrini ed Eleonora Vaselli, addirittura arrivata dopo di lei, non erano proprio i 'preferiti' dalla nomenklatura del partito. Cosa ne pensa?

Lido ed Eleonora, forse, avevano una parte del partito contro; una parte ha dato loro un sostegno concreto. Io, invece, anche per mia scelta, sono stata sola; il mio sostegno sono stati gli elettori, i familiari, gli esponenti dell’associazionismo di cui faccio parte e gli amici, anche di Lucca, che mi hanno aiutato su Capannori, ma tutti della società civile. Ho avuto anche due amici in lista che mi hanno aiutato perché credevano in me! Ho scelto di non fare ticket perché credo che ognuno di noi deve essere “cacciatore dei propri orizzonti” senza chiedere o pretendere l’aiuto degli altri. Se il sostegno arriva spontaneo (come è successo a me con un messaggio da una sconosciuta divenuta, poi, per me, una volta incontrata, una risorsa fondamentale) è una vittoria immensa.

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