Anno XI 
Martedì 20 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
11 Marzo 2023

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Sembra essere già tutto risolto, ma la querelle scoppiata dopo l’annullamento, per mano dall’assessore comunale alla cultura Angela Mia Pisano, della presentazione dell’ultimo libro di Luciano Luciani alla biblioteca civica Agorà pare essere appena iniziata.

La questione si è sviluppata nel giro di poche ore, ma ha creato un clamore mediatico tale da scomodare persino i parlamentari romani. Per farla breve, dopo l’ok dell’amministrazione per la concessione della biblioteca, Luciani si è visto sbattere la porta in faccia senza troppe spiegazioni, e subitamente le opposizioni lucchesi hanno condannato il gesto, considerato alla stregua di una mera scelta ideologica.

Come già accennato, però, il pericolo “censura” sembra essere stato sventato, e Il libro, “Rossa e plebea – Pisa mezzo secolo fa”, verrà presentato il 16 marzo, alle ore 17, a Palazzo Ducale. Sarà presente anche il sindaco Mario Pardini, e ciò non può che essere preso come un segno di distensione.

C’è da dire che il niet riservato allo scrittore si porta dietro alcune note d’ombra, è partita così un’interrogazione in parlamento, diretta ai ministri dell’interno, della giustizia e della cultura, e firmata dai deputati PD Simona Bonafè, Marco Furfaro, Marco Simiani Federico Gianassi, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo ed Emiliano Fossi.

 

“Apprendiamo dalla stampa – si legge nell’incipit dell’interrogazione – che la presentazione del libro Rossa e plebea - Pisa mezzo secolo fa dello scrittore Luciano Luciani, inizialmente programmata presso la biblioteca civica Agorà di Lucca per giovedì 16 marzo, sarebbe stata annullata senza alcuna spiegazione”.

 

Per i firmatari della nota, anche in considerazione del silenzio dell’assessore Pisano riguardo alla cancellazione dell’evento, sarebbe solo una la motivazione che ha portato alla decisione di non concedere lo spazio: una mera scelta ideologica. Nell’interrogazione, si fa specificatamente riferimento alla figura di Fabio Barsanti, “accusato” di essere l’artefice silenzioso dell’annullamento dell’evento. La “carriera” politica di Barsanti viene descritta con preoccupazione dai parlamentari PD, e nonostante ci sia cautela nel lanciare accuse plateali, viene espressa quantomeno la necessità di chiarimenti.

 

“Tale decisione – continua la nota – sarebbe stata presa dall’assessore comunale alla cultura Angela Mia Pisano in quanto titolare della cultura e responsabile degli spazi comunali interessati, che ha dato indicazione agli uffici di cancellare l’evento e sostituirlo con un altro. Sempre secondo la stampa, dietro l’annullamento dell’evento vi sarebbe comunque l’intervento dell’assessore Fabio Barsanti, in carica dal 2022 ma già eletto in consiglio comunale nel 2017 nella lista denominata CasaPound. Lo stesso Barsanti si è definito testualmente fascista (come testimoniato da una intervista mandata in onda il 10 giugno 2017 sulla rete locale DìTv Canale 89). Qualora tali notizie venissero confermate, l’annullamento della presentazione del libro sarebbe quindi gravissima perché non motivata ufficialmente ma decisa esclusivamente per motivazioni ideologiche, peraltro da esponenti della giunta comunale che fanno riferimento a movimenti politici di palese e dichiarata ispirazione fascista”.

Le ultime dichiarazioni che l’assessore lucchese aveva pubblicato sui propri canali sociali, in cui si faceva riferimento alla necessità della destra di sfidare la sinistra nei campi della cultura e dell’informazione, non lo stanno di certo aiutando, e sono state infatti riprese alla lettera e riportate nell’interrogazione.

Si proverà di certo a calmare di animi, ma visto come si sta evolvendo velocemente la situazione, il rischio è che le acque saranno parecchie agitate nel prossimo consiglio comunale e non solo.

“Tali ipotesi verrebbero confermate dai toni estremisti utilizzati dallo stesso Fabio Barsanti – accusano i deputati PD – che recentemente ha dichiarato come la sinistra debba essere uccisa definitivamente, ma per farlo occorre affrontarla e combatterla sui terreni dov’è dominante: cultura e informazione. Se i ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano conseguentemente opportuno fare luce sui fatti descritti e sulle motivazioni ad essi sottese, nonché se non ritengano eventualmente necessario adottare le misure di propria competenza più adatte a garantire il confronto democratico e le libertà costituzionali”.

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