Il capogruppo della Lega in consiglio comunale Armando Pasquinelli e il consigliere comunale leghista Massimo Fagnani intervengono sulla 'questione manifattura', mantenendo la lista espressa da Elisa Montemagni ed evidenziando la necessità di coinvolgere i cittadini in un processo delicato che va a toccare un elemento storico della città.
"L’attivazione ai sensi della L.R. 46/2013 di un processo partecipativo è la soluzione perché tale spazio di ben 26.188 mq. possa avere una destinazione ad esclusiva utilità pubblica - afferma la Lega - Per questo il nostro partito è favorevole a pagare la penale prevista dalla legge per ritornare pienamente proprietari di questo immenso bene pubblico".
"Infatti, la società Good City, nel preliminare di contratto, aveva messo gli occhi sulla parte sud dell’edificio pari a circa seimila metri quadri - ricordano i consiglieri leghisti -. L’operazione appare del tutto opaca perché ancora oggi non si conoscono tutt’ora i veri azionisti, e soprattutto perché non è stato partorito alcun progetto" denunciano Pasquinelli e Fagnani.
"Per la Lega è doveroso che il comune di Lucca si riprenda la piena proprietà dell’immobile - continuano -. Non avrebbe alcun senso vendere una porzione di questo cespite alla speculazione dei privati, mantenendo la restante parte in mano pubblica con il forte rischio di vedere condizionati, sviluppi organici e coerenti di spazi così necessari alla cittadinanza".
"Questo spazio dovrà avere una riqualificazione totalmente pubblica. Le ipotesi possono essere le più varie, come ospitare scuole, spazi culturali di ogni tipo, parcheggi, uffici del comune e, quindi, in una parola far riprendere piena vita sociale e pubblica a questa parte del centro storico che oggi appare, specie la sera, una landa desolata".
"Siamo certi - concludono - che al contrario di quanto fatto dalla giunta Tambellini, il sindaco Pardini, nel suo sforzo di cambiare volto alla città, saprà mutare verso a questa vicenda, favorendo quel processo partecipativo che appare veramente l’unico in grado di evitare qualsiasi tipo di forzature contrarie al pubblico interesse".