Tra i tanti elementi di valutazione dell'esito elettorale, c'è sicuramente anche la definitiva certificazione fallimentare di un sistema dell'informazione, quello che con una delle tante parolacce care ai raffinati gestori del pensiero mistificato si definisce <mainstreaming>. Ormai, e non certo da adesso, lontano anni luce dal sentimento popolare. E, quindi, non più in grado di influenzare davvero l'opinione pubblica, nella forma sostanziale che il voto rivela in tutta la sua travolgente portata. In perfetta sintonia con l'identico distacco dalla realtà delle leadership di partito troppo intente a guardarsi l'ombelico su giornali e tv per accorgersi del mondo intorno che aspettava solo l'occasione buona per farle risvegliare con le braghe calate.
Per questo, alle servitù mascherate di giornali e tv, affidate a un esercito di marchettari, sempre più imbarazzanti che dipendono da soldi, intrecci di potere e quindi voleri del singolo padrone, preferisco la voce ufficiale della categoria. Almeno si sa in partenza chi è l'interlocutore. E questa pagina di oggi del <Sole 24 Ore>, organo ufficiale e dichiarato di Confindustria, è molto indicativa di quale sia il contesto reale, finanziario, internazionale e quindi politico-sostanziale, con cui è chiamato a confrontarsi il nuovo governo. Siamo un Paese tenuto al guinzaglio, detta leggera <osservato speciale>, da oltre un quarto di secolo, dai governi-Amato pre-euro commissariati da Ciampi all'ultimo Berlusconi, quello del debutto della Meloni ministro, preso per i capelli dal default e affidato a Monti, fino all'attuale esecutivo Draghi. La cui mitologica agenda era e resta sempre la stessa dei suoi predecessori <tecnici>: salvarci il culo dal fallimento.
Il voto, rassicura <Il Sole>, non ha suscitato alcun cataclisma. Anzi, dalla ben più affidabile Inghilterra arrivano segnali opposti da cogliere con attenzione. Il problema, caso mai, diventa come il governo Meloni, sia pur depurato dell'<irresponsabilità> di un patetico Salvini, pensa di organizzare, senza accumulare nuovo debito, la manovra di bilancio da presentare inderogabilmente a novembre.
Ballano 40 miliardi di euro necessari per fronteggiare lo tsunami della bolletta energetica e tutte le altre stangate ad essa connesse che sono alla base della frattura sociale italiana da ben prima della guerra in Ucraina. Quella ignorata da decenni dal Pd e dalla filiazione ancor più degenere di figure come Renzi e Calenda che, e non certo da adesso, hanno a cuore solo potere, agi e vanità personale.
Significativa, in tal senso, la battuta dello stesso Renzi, riemerso dal suo vagheggiar nei cieli, secondo la quale avrebbe ricevuto nelle lunghe ore del silenzio giapponese <oltre 700 mail e messaggi da giovani e giovanissimi che mi chiedono quando farò cascare anche questo governo>. Miserevole orgoglio di chi ha fatto dell'instabilità, della destabilizzazione e, quindi dell'inaffidabilità dell'Italia, il suo vero campo speculativo d'<Azione>. Presidente Mattarella, veda un po' lei.