Lucca Historiae Fest, rassegna promossa dal comune con un investimento di 100 mila euro, viene aspramente bollata dalla segreteria comunale del Partito Democratico come un’occasione persa: “Raccontare la storia di Lucca attraverso l'esaltazione della guerra è un errore storico, che non rende giustizia alla peculiarità dello stato di Lucca”, è il loro commento.
Come spiega infatti il PD lucchese, in un periodo storico attraversato da guerre la storia di Lucca potrebbe rappresentare un esempio positivo di come diplomazia, capacità nel tenere relazioni internazionali, commercio, apertura al mondo, dialogo ed economia abbiano garantito pace, armonia e stabilità alla nostra città, mantenendone pressoché intatta l'anima più profonda.
“A partire dal '400 e per tutta l'età moderna, Lucca ha costruito una minuziosa rete diplomatica internazionale che le ha garantito quiete all'interno dello stato e prosperità anche nei rapporti con gli altri stati europei; quiete e nascondimento, per dirla con le parole del tempo o, come ricordava il nobile lucchese Antonio Mazzarosa, come scordata al mondo, affinché il suo bene stare non fosse invidiato e perciò sturbato- proseguono a spiegare- Ma a guardare il programma di Lucca Historiae Fest, gestita dal consigliere comunale di Casapound, viene il dubbio che tutto questo patrimonio storico e culturale sia dimenticato o minimizzato in favore di una narrazione bellicistica che non ci appartiene”.
Assedi, battaglie, soldati, truppe, guerre: questo il filo conduttore di Lucca Historiae Fest, che di Lucca, dichiara la segreteria comunale del PD, ha molto poco, come la presenza di un comitato scientifico avrebbe potuto rilevare.
"Può sembrare un paradosso, ma la politica adottata dallo stato lucchese, cioè l'arte di farsi dimenticare assumendo continue posizioni di neutralità per evitare diretti coinvolgimenti nei vari conflitti bellici, è ciò che rende affascinante lo studio e l'analisi della nostra piccola grande città- prosegue la nota- È pur vero che ci sono stati straordinari capitani d'armi come Castruccio Castracani, ma le cronache lucchesi e il ricordo popolare riportano malvolentieri le vittorie militari e le imprese belliche, come testimonia l'assenza di monumenti celebrativi nelle nostre piazze. La storia di Lucca è più ampia e complessa e si fonda quasi esclusivamente sulla capacità di intessere rapporti commerciali e culturali ovunque: la città, seppur chiusa nelle sue mura e in costante apprensione per la minaccia rappresentata da Firenze, era aperta agli scambi, tanto da diventare un crocevia di artisti e di arte, dal Medioevo con i maestri comacini fino a quelli dell'avanguardia rinascimentale fiorentina".
Per questa sua storia lunga e articolata, Lucca si conquistò la bizzarra (per l’epoca) definizione di “picolo e pacifico stato di Lucca”. La sua anima di pace e armonia è dimostrata peraltro dalla stessa trasformazione delle mura, simbolo della città, voluta da Elisa Bonaparte agli inizi dell'800: non più luogo di fortificazione o difesa, ma parco urbano di socializzazione, incontro, passeggiate e bellezza.
"Un esempio positivo che oggi, in un tempo segnato dalle guerre, avrebbe potuto mettere in luce il progetto politico, diplomatico e culturale che ha contraddistinto la storia di Lucca nella sua natura di stato non guerrafondaio, collegandosi anche alla contemporaneità, anziché puntare tutto sulla spettacolarizzazione di caroselli militari, assedi alle città, giochi di spade e di cannoni portata avanti da Lucca Historiae Fest", è la conclusione.