È una presa di posizione chiara quella che esprime il partito democratico comunale di Lucca il giorno seguente la gita milanese di sindaco e assessori.
"Tutto questo è un flop annunciato. Ma l'importante è andare a Milano a tenere una conferenza stampa rispetto alla quale, a oggi, la copertura mediatica giornalistica a livello nazionale è piuttosto scarna. Speriamo non finisca per essere proprio imbarazzante. Imbarazzanti, invece, sono i toni enfatici con cui si elencano i singoli eventi - molti dei quali esistenti a Lucca da decenni -, raccontati dagli stessi autori della disfatta di Lucca Capitale italiana della Cultura, come cartina di tornasole di una crescita culturale e turistica: è questo il progetto culturale e turistico che gli amministratori hanno in mente per Lucca? Cioè la mentalità anni '90 da villaggio turistico, per trasformare definitivamente la nostra città in un perenne Luna Park, tutto luci e festini, invivibile per gli stessi cittadini? Davvero dobbiamo assistere inermi - cittadini, commercianti, operatori culturali, turistici, sociali, imprese - alla definitiva trasformazione di Lucca da città d'arte stupenda e unica nel suo genere a una delle tante mete rese inaccessibili a causa del turismo di massa incontrollato?".
"Quello che vogliamo suonare è un campanello d'allarme per la preoccupante deriva intrapresa da questa giunta, guidata più dalla smania - spesso inefficace - di ricerca di consenso mediatico che da una seria analisi della realtà dei fatti, dal loro equilibrio e sostenibilità. Per la Giunta Pardini non conta null'altro che il risultato numerico, una mentalità che non supera l'idea ingenua quanto pericolosa del: tanti turisti uguale tanti soldi, che altro non è che il bacio di Giuda per le città d'arte, l'inizio del danno irreversibile. Lucca non ha bisogno di spettacolarizzazioni farlocche, ma di una programmazione seria e di una variegata proposta che sappia combinare l'intrattenimento con proposte di spessore. Non possiamo accettare passivamente la svendita di Lucca per un mero tornaconto politico personale, per qualche like sui social".