Anno XI 
Mercoledì 14 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da stefano stagi
dirigente scolastico
02 Novembre 2023

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È scomparso oggi l’ex ministro della pubblica istruzione Luigi Berlinguer, all’età di 91 anni. Sassarese e cugino dello storico leader del Pci, Enrico Berlinguer, è stato deputato, senatore di Ds e Pds ed europarlamentare del Pd nella legislatura 2009-2014. Berlinguer, uomo di sinistra, fu il ministro della parità scolastica quando sancì che scuole gestite dallo Stato e le scuole di Enti locali o del privato sociale appartenevano a un unico sistema nazionale. Per riformare la scuola adottò la "strategia del mosaico" fatta di un insieme organico di interventi normativi volti a delineare un nuovo percorso di studi dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di secondo grado alla formazione post-diploma, all'educazione degli adulti, all'università.

Fu una personalità complessa dal lungo corso politico e accademico, impegnata nel definire una politica scolastica e culturale. Tra gli innumerevoli atti, val la pena ricordarne alcuni, assai significativi alla luce di quanto avvenuto negli ultimi decenni. Anni fa fu tra i proponenti del disegno di legge 2650 dell’ottobre del 1965, che aveva tra le innovazioni previste, oltre alle norme dirette ad assicurare il diritto allo studio, l’abolizione della distinzione tra esami fondamentali e complementari, l’istituzione del diploma e dottorato di ricerca, il dipartimento (che avrebbe dovuto affiancare senza sostituire del tutto le vecchie facoltà e gli istituti) e l’obbligo del tempo pieno per i docenti universitari.

Tempo dopo Luigi Berlinguer criticò duramente il Piano Gui sull’Università, nel dicembre del 1967, ribandendo l’obiettivo dell’apertura dell’università a tutti i giovani, della fine 'dell'università di élite' tramite l’ampliamento del corpo docente, la centralità dei dipartimenti per la collegialità del lavoro di ricerca, la possibilità di scelta dei piani di studio e 'un controllo democratico degli studenti sulla formazione professionale della forza lavoro'. Passano gli anni (cade il Muro di Berlino e il Partito Comunista Italiano diventa Partito Democratico della Sinistra PDS, mentre con Tangentopoli spariscono i partiti del Pentapartito dalla Democrazia Cristiana al Partito Socialista Italiano ) e contribuisce al documento “Una nuova idea della scuola” del 13 luglio 1994 (era il tempo del Primo Governo Berlusconi), redatto da esponenti cattolici e del Pds, nel quale si proponeva la storica distinzione tra scuola statale e privata, sussumendola sotto il concetto parificante di scuola pubblica.

Fu artefice assieme a Franco Bassanini dell’introduzione dell’autonomia scolastica per tutte le scuole, nel 1997 con il Governo di Romano Prodi, con Ciampi al Ministero del Tesoro e Napolitano a quello dell’Interno, Capi dello Stato negli anni successivi. In sintesi è stata la personalità che più ha inciso sulla scuola italiana degli ultimi decenni, in ragione della sua esperienza pregressa e della durata del suo mandato ministeriale, dal 1996 al 2000, con una visione d’insieme complessiva del sistema che spesso è mancata a tanti ministri prima e dopo di lui. Pochissimi altri ministri della Repubblica hanno inciso nel profondo della scuola italiana come Berlinguer: forse solo il “padre” dei decreti delegati del 1974 – tuttora vigenti, perché trasfusi nel Testo Unico del 1994 - il democristiano Franco Maria Malfatti, che fu anche Presidente della Commissione Europea.

Oggi la scuola per come è stata delineata da Berlinguer (e Malfatti) mostra il segno del tempo e una stagione politica tramonta per varie ragioni, anche anagrafiche. Sapranno le classi dirigenti (politica ma non solo, sia chiaro) tratteggiarne una nuova, adeguata ai tempi e alle sfide del tempo d’oggi? Bisogna essere consapevoli di un dato inoppugnabile: dalla scuola dipende il futuro del Paese Italia, del come saremo di qui ai decenni prossimi.

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