Anno XI 
Domenica 18 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da alessandro di vito
Politica
16 Febbraio 2023

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La sanità malata e non curata perché nessuno vuole impegnarsi a riprendere la questione della centralizzazione del Sistema Sanitario e ribadire i principi della Legge 883/78 nel rispetto dell'articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. È lo Stato che si è fatto carico della salute e lo Stato deve ribadire in qualsiasi sede che la privatizzazione della salute non può essere fatta. Questo non vuol dire chiudere con il privato con il quale si possono portare avanti convenzioni e partenariati laddove sussistano le garanzie di qualità, in un ottica di collaborazione e non di sostituzione dello Stato.

Ecco che saltano alla mente due servizi appaltati ai Privati che dovrebbero ritornare all'interno dei Servizi Pubblici essenziali: il Centro Unico di prenotazione (C.U.P.) e il Servizio interno dei trasporto malati, servizio quest'ultimo che ha visto nel corso degli anni, nella nostra realtà, modificare negativamente i contratti di appalto.

Il Sistema Sanitario Regionale ha prodotto in Toscana (e sicuramente anche in altre regioni) solo buchi di bilancio nonostante che le Regioni, con la legge Costituzionale n. 3/2001, abbiano avuto piena indipendenza in questo settore.

Lo Stato è intervenuto ripetutamente sui bilanci per far andare avanti anche chi non ha saputo riorganizzare il suo sistema sanitario regionale. Oggi le Regioni implorano soldi allo Stato come se fossero "caramelle" ma il Ministero dell'economia e delle finanze risponde chiedendo ingenti risparmi nella Sanità: 7,6 milioni di euro nel 2023, 11.2 milioni nel 2024 e 14 milioni nel 2025. E allora dopo 22 anni della legge Costituzionale n. /21 non è arrivato il momento di una profonda riflessione e togliere alle Regioni la loro capacità legislativa?

Se il Ministero delle Finanze ci porta alla realtà dei conti - solo "politiche di risparmio" - il Ministero della Salute dovrebbe vigilare sulle differenze tra linee indirizzo nazionali e piani sanitari regionali, verificare gli sprechi che ricadono pesantemente sulle comunità e realizzare un maggior efficientamento dell'attuale organizzazione.

Nella realtà territoriale della Piana di Lucca ritengo che la Conferenza dei Sindaci debba riappropriarsi di quel ruolo indipendente che la legge le consente e allo stesso tempo far sentire il suo peso nell'indicare le linee di indirizzo all'interno delle quali l'azienda sanitaria programmi le attività ospedaliere e territoriali che a tutt'oggi non riescono a produrre un servizio efficiente al Cittadino.

Si rende necessario "masterplan sanitario" che interessi Ospedale e Territorio, facendo particolare attenzione di evitare gli errori del passato le cui progettualità attuate nel periodo Covid (vedi posti letto Covid al Campo di Marte) non hanno avuto la continuità per la quale erano state realizzate.

Per l'Ospedale San Luca è necessario progettare servizi e attività che dovrà assolvere in futuro ma sarà imperativo ripartire dai posti letto come stabiliti nelle linee di indirizzo del nuovo ospedale (anno 2002) e che sono stati negati ai cittadini della Piana di Lucca: 48 posti letto per il Post acuto e 8 posti letto per la Riabilitazione intensiva, che possono trovare immediata collocazione presso l'ex-Campo di Marte, già dotato di ben 200 posti letto costruiti e attivati tra il 2003 e il 2006.

Per il Territorio della Piana di Lucca abbiamo già due realtà a destinazione Sanitaria: ex Campo di Marte ed ex distretto di Marlia - sulle quali si attende ancora un "master plan" che vada oltre la progettualità del PNRR, ma allo stesso tempo si deve pensare a che progettualità dovrà essere realizzata per i due Comuni più periferici - Villa Basilica e Pescaglia - in modo da far fronte alle loro esigenze sanitarie e garantire i servizi a loro necessari.

Queste riflessioni sono già inserite nel programma elettorale del Sindaco Mario Pardini e sono coerenti con le indicazioni nazionali (Decreto Balduzzi 2012 e Lorenzini 2015- DM70 - DM 77) e regionali recentemente approvate.

È arrivato il momento della loro attuazione per migliorare il servizio pubblico e si superare anche le attuali criticità del Pronto Soccorso dove, purtroppo, il cittadino si trova obbligato a trascorrere ore/giorni in attesa di una destinazione definitiva, che a volte si prospetta lontana dal proprio territorio di residenza o poco conciliabile con i ritmi lavoro/famiglia dei propri congiunti.

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