Anno XI 
Venerdì 9 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
claudio5

Scritto da aldo grandi
Cronaca
28 Settembre 2023

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Parliamoci chiaro. Che un pugno di invertebrati abbia urlato, come oche starnazzanti, Vannacci fascista sei il primo della lista, non è che ci spaventi più di tanto. In tutti i sensi. Ci suscita pena ancor più che pietà. Quello che ci amareggia è che il parto di una fetta di gioventù, minoritaria e, francamente, trascurabile, sia frutto di una ignoranza politica e storica da far paura. Dovrebbero riflettere i soloni della sinistra rosso-fucsia su quale tipo di società stanno allestendo visto che la memoria storica si riduce alle solite tiritere antifasciste, patetiche, ridicole, strumentali, senza alcun costrutto dal punto di vista della riflessione. Roberto Vannacci, però, non se ne è dato cura, anzi, ha ironizzato: "Io il primo della lista? Sicuro, ma delle classifiche dei libri più venduti". Bellissima osservazione, che non solo sdrammatizza, ma riduce anche all'imbecillità coloro che l'hanno pronunciata e, in particolare, quei giornalisti che non hanno avuto nemmeno gli attributi per raccontare che cosa è realmente accaduto sia nel povero, insignificante corteo andato in scena in via dei Bacchettoni tra bandiere rosse e nostalgia di un mondo che fu e che, fortunatamente, non è mai stato né sarà mai, sia all'interno della Casa del Boia gentilmente messa a disposizione gratuitamente da quello straordinario personaggio che risponde al nome di Toni Lazzaroni lui sì una fetta di storia lucchese.

Tutto è iniziato poco dopo le 17, quando alla Casa del Boia completamente ristrutturata in maniera splendida, sono cominciate ad arrivare persone interessate ad ascoltare quel che Roberto Vannacci aveva da dire a proposito del suo libro. Intervistato dal solito (ir)responsabile direttore delle Gazzette che questa volta, udite udite, ha avuto, addirittura, l'onore di essere a sua volta interpellato - si fa per dire - dall'inviata di Striscia la notizia Rajae Bezzaz, a proposito dei suoi trascorsi da uccello del malagurio. E, difatti, sotto la giacca, rigorosamente di un rosso che richiama forza e scaccia la iella, la giovane giornalista tripolina nascondeva simpaticamente numerosi corni di varie dimensioni. Brava e molto, molto gentile ed educata: chissà se, poi, la trasmissione e il montaggio manterranno le premesse. 

Roberto Vannacci è giunto a Lucca insieme alla moglie e accompagnato dal presidente della sezione paracadutisti d'Italia Giuseppe Toschi. Appena sceso dall'auto ha voluto salutare e ringraziare polizia e carabinieri presenti sul posto a tutela dell'ordine pubblico. Dispiace che per la presentazione di un libro si siano dovuti scomodare un centinaio di agenti e militari tra polizia, carabinieri, polizia municipale e guardia di finanza con costi per la collettività e tutto per un pugno di illiberali che dovevano contestare un libro e il suo autore. Ormai la sinistra si è ridotta a questo, a contestare chi la pensa diversamente. L'opposizione a Lucca non ha saputo poi fare altro che partorire un allucinante comunicato a nome di tutti i gruppi consiliari con cui si invita il sindaco Pardini a esprimere il proprio pensiero su Roberto Vannacci e sulla presentazione del libro. Stupendo. Fino a quando questi scriveranno certe cose, il centrodestra può dormire sonni tranquilli e fa bene anzi, benissimo Mario Pardini a fregarsene poiché non si capisce bene per quale ragione dovrebbe rispondere a domande prive di senso.

Platea presto affollata e, come ha oggettivamente sottolineato la cronista del quotidiano La Nazione intervenendo e, poi, andandosene stizzita subito dopo la risposta di Vannacci, con un'età superiore ai 50 anni. Che cazzo vuol dire? Mah... Anzi, ha aggiunto che il futuro è dei giovani che fuori avevano un'età media molto bassa e che, quindi, le idee di Vannacci non le calcolano proprio per cui, per consunzione, il mondo andrà inevitabilmente al contrario. Azz... intelligenza superiore e cronaca dell'evento da mettersi le mani nei capelli tanto è di parte e anti-Vannacci. Per poi nemmeno citare 

Ma andiamo avanti. E' indubbio che la platea tifa tutta per lui, l'eroe non dei due mondi di garbaldina memoria, bensì di uno solo, di mondo, che tutti quelli che erano presenti e i molti collegati in diretta sul profilo facebook della Gazzetta di Lucca, vorrebbero vedere ritornare invece di doversi sobbarcare gli aborti di chi, questo mondo, vorrebbe affossare per crearne uno nuovo senza capo né coda. 

Ci sono alcuni esponenti della maggioranza a titolo personale, da Lido Fava a Marco Santi Guerrieri, da Laura Da Prato a Diego Carnini all'assessore Moreno Bruni, unico assessore presente perché tutti gli altri, evidentemente, avevano paura di essere 'accostati' alla figura indubbiamente ingombrante del generale. C'era anche Giuliana Baudone, che Vannacci conosce da tempo. C'era Massimiliano Simoni ha, con la sua Artitaly, ha dato il patrocinio all'iniziativa. C'era anche Francesco Pellati, ex dirigente della Lega espulso perché collaborava e collabora alla Gazzetta di Lucca - partito che vai, stesse usanze che trovi - c'erano, soprattutto, tanti curiosi che hanno compreso una cosa fondamentale o, almeno, così si spera: che se non siamo noi i primi a scendere in campo per combattere questo mondo al contrario che non ci aggrada, nessuno, tantomeno le forze politiche tradizionali lo faranno. 

Roberto Vannacci è in perfetta forma, magro, corre quotidianamente sulla spiaggia di Viareggio dove vive con la famiglia, indossa una camicia a righe biancocelesti, è abbronzato il giusto, sorridente, carico, entusiasta di Lucca per la quale racconta anche un aneddoto della sua infanzia quando venne con i genitori che lo condussero sulla torre Guinigi.

Esordisce rispondendo alle domande, una dopo l'altra, senza tentennamenti, in maniera così chiara che persino la casalinga di Voghera ormai scomparsa da tempo nel linguaggio politicamente corretto degli imbecilli elevati a sistema, potrebbe comprenderlo e innamorarsene al tempo stesso. La sua favella è lucida, incisiva, mai tentennante, non conosce tempi morti, attacca per non soccombere da vero conoscitore dell'arte della guerra. Spiega di essere stato sempre controcorrente e, del resto, essere stato a capo degli incursori e incursore lui stesso dimostra che ha sempre avuto il coraggio di rovesciare le regole dell'avversario e di agire pensando sempre a come riuscire a neutralizzarne gli effetti. Vannacci più che un animale da palcoscenico è un animale che fiuta il terreno e capisce sempre quando e come muoversi, quando e come intervenire, quando e come rispondere.

La gente, inevitabilmente, apprezza. In mezzo alla mediocrità dei politicanti Vannacci sembra un gigante solo perché dice e ha scritto quello che tutti pensano, ma che una classe politica di debosciati svenduti all'ammasso non trova la forza e la dignità di affermare. E la gente ha bisogno di persone che sappiano essere coerenti tra ciò che pensano, dicono e scrivono. Ma, in particolare, fanno. L'azione come conseguenza del pensiero, un binomio che giù un certo Giuseppe Mazzini, due secoli fa, aveva sbandierato ai quattro venti riscuotendo ampi consensi. Niente di nuovo, in fondo, sotto il sole. 

Il tempo scorre veloce, ma piacevolmente, nessuno si alza per andarsene salvo la giornalista di cui sopra, fino all'ultimo ci sono attenzione, rispetto, condivisione. Un paio di giovani appartenenti alla sinistra che aveva protestato, hanno fatto domande così sciocche da domandarsi da quale cilindro le avessero estratte. Confronto? Non può esserci confronto tra l'ignoranza e il buonsenso. 

Lucca ha salutato Roberto Vannacci accogliendolo nel migliore dei modi e dimostrando che la libertà di espressione è primaria. Qualcuno ha chiesto al generale se avesse più paura delle idee o delle persone e lui, senza esitare, ha subito specificato le seconde. Condividiamo. Le idee sono partorite da persone e, purtroppo, spesso sono il prodotto di una demenza dilagante senza distinzioni di parte. 

Un ringraziamento alla Digos e ci era sembrato naturale iniziare l'intervista con un breve richiamo alla figura di un caro amico e di una splendida persona che, se non fosse scomparsa, sarebbe stata, per lavoro o per diletto, presente all'incontro: l'ex capo della Digos Leonardo Leone. Un grande applauso ha accolto il suo nome. Inoltre, anche una spennellata al sindaco di Capannori Luca Menesini: invece di protestare contro un libro, i giovani virgulti verniciati di rosso avrebbero dovuto scendere in piazza sì, ma per contestare l'utilizzo di denaro pubblico che il comune di Capannori ha fatto in occasione del bicentenario: 26 mila euro per 75 minuti di lezione tenuta da uno psicoterapeuta molto attivo a Roma su Rai Tre con le sue rubriche lessico amoroso e, in precedenza, lessico famigliare. 26 mila euro! Hanno idea questi aspiranti del Nuovo Mondo quanto tempo dovrebbero impiegare per guadagnare questa cifra? 

Meditate bimbi, meditate.

Foto Ciprian Gheorghita

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