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De Bruyne Tentato dal Trasferimento al Napoli tra le Voci di un Addio dalla Premier League
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Scommettere ai giochi di casinò online è divertente, vero? La spensieratezza di questo passatempo, però, pare essere spesso minacciata dalla preoccupazione dei rischi che comporta giocare online. Scommettere in sicurezza è, infatti, fondamentale per godersi l'esperienza di gioco. Un buon punto di partenza sono le recensioni. Le recensioni sono davvero importantissime per capire se un sito gode di una buona reputazione, quindi concediti il tempo necessario per leggerle prima di iscriverti soprattutto se si tratta di casino non aams, la tua carta di credito ti ringrazierà vedrai. Tuttavia, con più di 4000 casinò online, può diventare difficile capire a cosa dare importanza sui siti web per capire quali precauzioni prendere quando si gioca e non mettere al rischio il proprio bankroll. In questo articolo ci occuperemo di darti qualche consiglio per schivare le potenziali truffe, spiegandoti tutto quello che devi sapere prima di depositare fondi per iniziare a giocare.
Giocare in sicurezza si può, bastano pochi accorgimenti
Il primo passo da compiere per giocare in sicurezza è sicuramente quello di trovare un casinò online affidabile Non sai da dove incominciare a cercarlo? Innanzitutto dovrai assicurarti di evitare i siti poco conosciuti. Sebbene sia allettante provare siti nuovi, soprattutto quando propongono giochi all’avanguardia, se il loro nome non compare tra quelli più recensiti, allora meglio starne alla larga, perché c’è un’altissima probabilità che possa trattarsi di siti di truffa. Una volta compiuto questo passo importante e aver scelto il sito che gode di una buona credibilità sul web dovrai anche ispezionare per bene la sezione del portale relativa ai termini e alle condizioni dove troverai tutti i regolamenti del sito. Informarti sulle regole di scommessa ti aiuterà a rendere il tuo gioco più consapevole. Infine ricordati che al momento dell’iscrizione dovrai inserire i tuoi dati e un metodo di pagamento valido, quindi non avere fretta e temporeggia se non sei sicuro al 100% del sito che stai visitando. La protezione delle tue informazioni personali deve venire prima di tutto.
Imparare a gestire il bankroll: il metodo più sicuro quando si gioca online
Di fronte all’imprevedibilità del gioco, il controllo del proprio budget scommesse, a pensarci bene, è l’unica cosa di cui si ha veramente e pienamente il controllo quando si scommette online. Per riuscire a gestirlo al meglio è necessario mettere in campo tutte le proprie risorse ingegnandosi su strategie e tattiche che non ti facciano perdere più di quanto guadagni mentre giochi. La lungimiranza nei pronostici deve quindi essere accompagnata dalla lungimiranza nella gestione delle somme che investi nel betting. Per non rischiare di andare in rosso converrebbe dunque:
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Creare un foglio Excel: questo ti consentirà di tenere traccia di tutte le vincite e perdite che potrai ripartire per settimana, mese e anno. Documentare questi bilanci ti aiuterà a capire quando è il caso di fermarsi e cambiare strategia.
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Fissa una percentuale giornaliera oltre cui non scommettere il totale del tuo bankroll. Generalmente questo è fissato intorno al 10% per gli scommettitori esperti e si abbassa al 5- 3% per i principianti. Se la fortuna non è dalla tua parte o non stai piazzando delle scommesse con lucidità inutile continuare a tentare la sorte. Riprova il giorno dopo.
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Punta partendo da quote basse. Se inizi a piazzare scommesse su quote molto alte, infatti, aumenti le probabilità di perdita.
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Utilizza i bonus offerti dai bookmaker responsabilmente. Se ci sono promozioni vale la pena sfruttarle, ma accertarti di esserti informato sulla scadenza della loro validità e valuta se ti conviene utilizzarle, quando per sbloccarle i bookmaker fissano delle soglie di puntata minime.
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Diversifica le scommesse ripartendo il budget. Per fare questo sarà necessario fare un po’ di scouting, ma ne vale la pena se non volete rischiare tutto su una singola puntata.
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Possa Dio confermarvi sul vostro trono…
Papa Pio VII Chiaramonti
Parigi, 2 dicembre 1804. Nella cattedrale di Notre-Dame, gremita di 12000 invitati, avvenne la consacrazione a imperatore di Napoleone Bonaparte, assieme alla moglie Marie Josèphe Rose Tascher de La Pagerie, conosciuta comunemente come Joséphine di Beauharnais e alla presenza del papa Pio VII Chiaramonti.
Per volontà dello stesso sovrano, la cerimonia riprendeva la tradizione dell’antico rito del Sacre du roi de France con cui i sovrani francesi venivano da secoli solennemente consacrati, nella cornice della cattedrale di Notre-Dame di Reims, trasfigurando nella dimensione divina il potere temporale assunto per via dinastica.
Napoleone voleva inserirsi nella lunga tradizione regale europea richiamando il re dei Franchi, poi imperatore, Carlo Magno, verso il quale sin dalla giovinezza ebbe grande ammirazione. Al rito tradizionale Bonaparte decise di apportare volutamente alcune variazioni, in modo da distanziarsi dalla scomoda memoria dei sovrani della famiglia Borbone. Innanzitutto, scelse come luogo della cerimonia la cattedrale di Notre-Dame a Parigi, capace di contenere un numero più ampio di invitati rispetto a quella di Reims. Inoltre, il ruolo di consacrante era rivestito dal pontefice, diversamente dalla tradizione che prevedeva la presenza dell’arcivescovo di Reims.
I preparativi per la cerimonia iniziarono immediatamente all’indomani del senatoconsulto di nomina imperiale del 18 maggio 1804. Per circa sei mesi muratori, artigiani, ebanisti, sarti, ricamatrici, gioiellieri lavorarono alacremente, affinché tutto fosse all’altezza della magnificenza richiesta da Napoleone. Nell’occasione furono realizzati alcuni lavori di demolizione, attorno alla cattedrale parigina, in modo da creare spazi idonei per accogliere il corteo imperiale e pontificio. Inoltre fu progettata la carrozza da cerimonia, coperta di lamina d’oro, rivestita con tappezzerie bianche e verdi ricamate con il monogramma napoleonico, portante all’esterno quattro aquile intagliate, simbolo del potere imperiale, a sostegno di una corona ,due per Napoleone – una ghirlanda di alloro in oro ed una copia della corona di Carlo Magno, andata distrutta durante la rivoluzione francese – e una per l’imperatrice Joséphine; furono ricamati ex novo tutti gli abiti da cerimonia dei sovrani, della famiglia imperiale e di tutti gli alti dignitari nel rispetto di precise indicazioni dello stesso Napoleone, poi ufficialmente codificate nel 1805 con il Cérémonial de L’Empire français. Louis-Philippe de Ségur, il Gran Maestro di Cerimonie, e A. L. de Rémusat, il Primo Ciambellano, avevano organizzato le grandiose feste. Gli architetti Charles Percier e Pierre-François-Léonard Fontaine avevano progettato le decorazioni e il pittore Jean Baptiste Isabey i costumi.
Dalle memorie di Louis Constant Wairy, premier valet de chambre de l’empereur sappiamo che «Gli sportelli della carrozza, oggetto dell’ammirazione generale, erano in vetro invece che in legno e questo rendeva la parte posteriore molto simile a quella anteriore. Questa particolarità fece si che le Loro Maestà al momento di salire si sbagliarono e sedettero al contrario. Fu l’imperatrice ad accorgersi per prima dell’errore di cui rise di gusto insieme al suo sposo».
La mattina del 2 dicembre il corteo imperiale, partito dal palazzo delle Tuileries, scortato da Gioacchino Murat, governatore di Parigi, quattro squadroni di carabinieri, i corazzieri, i cacciatori a cavallo della guardia, uno squadrone di mamelucchi, gli araldi a cavallo, attraversò Parigi, acclamato dalla folla, sino a raggiungere il palazzo arcivescovile. Tra il suono maestoso delle campane della cattedrale, Napoleone, ancora come primo console, entrò a capo scoperto, in forma solenne nella stupenda sala sacra del monumento gotico dei francesi, dove fu accolto dall’arcivescovo di Parigi, il cardinale Jean Baptiste de Belloy. Sappiamo da Costant che” ci fu un intervallo di circa un ora dall’arrivo del Papa a Notre Dame e l’arrivo delle Loro Maestà : la loro partenza alle Tuileries avvenne alle undici in punto e fu annunciata da numerosi colpi a salve dall’artiglieria.
Il culmine della cerimonia, durata quattro ore, ebbe come suo momento grandioso l’autoincoronazione di Napoleone con la “corona” di Carlo Magno. Il Papa benedice Napoleone seduto sul trono e pronuncia la formula del protocollo di Reims: Possa Dio confermarvi sul vostro trono […] ed il successivo giuramento del sovrano nei confronti del popolo francese di cui si faceva difensore, con la mano appoggiata alla Bibbia portata dal Cardinale Fesch, «Giuro di governare solo per l’interesse, il benessere e la gloria del popolo francese» Prima del giuramento il papa e il clero si ritirarono
Dalle memorie di Louis Constant Wairy, sappiamo che «Sua Maestà non volle che il Papa gli porgesse la corona, […] se la pose da se sul capo. Prese poi la corona destinata all’Imperatrice e dopo averla sollevata su di se per qualche istante , la posò sulla fronte della sua augusta sposa in ginocchio davanti a lui. Ella piangeva per l’emozione e alzandosi posò sull’Imperatore uno sguardo pieno di tenerezza e riconoscenza, l’Imperatore glielo restituì ma senza rinunciare alla gravità che era richiesta da una cosi grandiosa cerimonia […] i loro cuori si intesero».
La musica stupenda del Te Deum è stata commissionata dal Primo console a Giovanni Paisiello, maestro napoletano che, nell’agosto del 1804, lasciò la direzione della Cappella parigina, per far ritorno nella sua amata Napoli. Paisiello non presenziò alla fastosa cerimonia dell’incoronazione, ma venne sostituito dal compositore francese Jean-François Lesueur nella direzione musicale a Notre Dame.
Il momento della nascita dell’Impero di Napoleone è stato ben rappresentato da Jacques-Louis David con la tecnica ad olio su tela. Considerate le imponenti dimensioni del dipinto, il pittore si avvalse della collaborazione dell’allievo Georges Roug. L’opera fu commissionata da Bonaparte nel 1804 e furono necessari tre anni per terminarla.
Oggi possiamo ammirare il grande dipinto al Musée du Louvre, come uno dei più alti esempi di espressione della nascente corrente artistica neoclassica. Una copia si conserva nella Salle du Sacre nella Reggia di Versailles.
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