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Jackpot Sounds: Vivi le emozioni unica delle vittorie senza giocare
Scopri come Jackpot Sounds trasforma i suoni dei casinò in emozioni digitali pure. Emozionati con ogni vittoria, senza dover giocare

“Quelli” di destra o “quelli” di sinistra?
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Destra e sinistra, "Caro Aldo ti scrivo, così, mi arrabbio un po'..."
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La sessualità maschile rappresenta un pilastro essenziale della qualità della vita
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Aprire un centro scommesse in Italia nel 2025: guida per chi vuole investire nel settore
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Emozioni digitali: perché ci piacciono i momenti di vittoria (anche se non giochiamo)
Nel mondo digitale in cui viviamo, i contenuti virali non sono sempre legati a gattini simpatici, coreografie su Tiktok o video motivazionali. C´è un`altra categoria di contenuti che attira milioni di visualizzazioni: i momenti di vittoria. Parliamo di clip brevi in cui qualcuno vince qualcosa, spesso in contesti ludici o competitivi: una grossa vincita al casinò, un goal all`ultimo minuto, un gratta e vinci fortunato. La cosa veramente curiosa è che riusciamo ad emozionarci anche se non siamo noi a vincere.
Perché proviamo piacere nel vedere le vincite degli altri? Che cosa accade nella nostra mente quando assistiamo a un momento di vittoria, anche se non ci riguarda direttamente? Questo articolo esplora il fenomeno da più angolazioni, psicologica, sociale e digitale, per comprendere perché certi contenuti ci coinvolgono più intensamente. Un esempio emblematico è rappresentato da realtà come Jackpot Sounds, una piattaforma che raccoglie i suoni più iconici e coinvolgenti tratti da scene di Jackpot nei casinò, senza finalità promozionali legate al gioco d`azzardo, ma con l'obiettivo di trasmettere l`emozione pura del trionfo.
La psicologia delle vittorie altrui
Vedere qualcuno gioire attiva nel nostro cervello i neuroni a specchio, cellule che ci fanno percepire le emozioni altrui come se fossero nostre. È così che entriamo in sintonia con l'entusiasmo di chi vince, anche senza partecipare direttamente all`esperienza.
Nel caso delle vittorie, la reazione è ancora più intensa perché il gesto della conquista, il braccio alzato, il grido di gioia, la musica trionfale, è fortemente codificato nel nostro immaginario. Non serve conoscere la persona né partecipare attivamente al gioco: la nostra mente si sintonizza sull`emozione positiva e la vive come se fosse propria.
Dopamina, il neurotrasmettitore della gratificazione
Molti non lo sanno, ma nel nostro cervello sta la dopamina, un composto chimico naturale legato alla gratificazione. Nel nostro cervello esiste una sostanza fondamentale per il piacere e la motivazione: si chiama dopamina. Questo neurotrasmettitore entra in azione non solo quando viviamo una gratificazione reale, ma anche mentre la immaginiamo o ne percepiamo l`arrivo. È un sistema naturale che spinge a cercare esperienze gratificanti e anche da semplici spettatori possiamo sentirne gli effetti.
Ecco perché i video di vincite generano una vera e propria scarica emotiva. Anche se siamo semplici spettatori, il nostro cervello rilascia dopamina, regalandoci una breve ma intensa sensazione di euforia. È una speranza “a basso costo emotivo” ma ad alto impatto sensoriale.
Il fascino dei contenuti brevi e ripetitivi
I contenuti di successo oggi sono brevi, rapidi, intensi. Le piattaforme più popolari del momento, come TikTok, Instagram o Youtube, si fondano su una regola precisa: contenuti brevi ad alto impatto. In pochi secondi, un video deve attirare lo sguardo, generare curiosità e provocare una reazione. In questo contesto, le clip che mostrano momenti di vincita sono perfette: non hanno bisogno di spiegazioni complesse, sono immediatamente comprensibili, spesso sorprendenti e altamente condivisibili. Bastano pocho istanti per trasmettere una scarica di emozioni, che il pubblico può rivivere con lo stesso entusiasmo. La sequenza è quasi sempre la stessa:
⦁ Attessa
⦁ Suspense
⦁ Esplosione emotiva.
È uno schema che il cervello riconosce e apprezza, perché crea un ciclo di tensione e rilascio simile a quello che viviamo nel quotidiano, ma in modo più concentrato.
Una piacevole ripetizione
I contenuti ripetitivi hanno un forte effetto sulla nostra mente. Ci tranquillizzano, ci rassicurano, ci danno un senso di prevedibilità. Anche se sappiamo già cosa succederà, una persona preme un pulsante, la slot gire e gira, parte la musica della vincita e vogliamo rivederlo ancora per più volte.
È lo stesso motivo per cui ascoltiamo più volte la nostra canzone preferita o riguardiamo un video divertente: il piacere della familiarità. Ogni ripetizione rinforza l'effetto emotivo e la connessione con il contenuto.
Jackpot Sounds: la piattaforma che rende il suono protagonista
Jackpot Sounds è una piattaforma digitale innovativa che raccoglie e seleziona i momenti più emozionanti provenienti da casinò, focalizzandosi in particolare sui suoni dei jackpot. Non si tratta di promozione al gioco d`azzardo, ma di una curatissima collezione di emozioni sonore: i rumori di una vincita, le reazioni del pubblico, la musica che accompagna il trionfo.
In un mondo in cui l'audio è sempre più al centro dell`esperienza digitale, Jackpot Sounds propone una narrazione emozionale basata esclusivamente sul potere del suono. Il risultato è un'esperienza immersiva, che permette a chi ascolta di vivere la magia della vittoria, senza dover necessariamente giocare.
Perché funziona: il suono è emozione pura
I creatori di Jackpot Sounds hanno compreso una verità semplice ma profonda: il suono veicola emozioni in modo diretto, universale e trasversale. La musica di una vincita importante, il suono metallico delle monete virtuali, la voce entusiasta dell`annunciatore: tutti questi elementi stimolano il nostro cervello e lo rendono ricettivo alla gioia altrui.
In un`epoca dove l`attenzione è frammentata, i suoni riconoscibili e intensi, come quelli delle vincite, riescono a catturare l'interesse e creare una connessione immediata. Non a caso, molti utenti ascoltano questi contenuti anche mentre fanno altro, usandoli come “booster” di energia mentale.
Il valore sociale della condivisione della vittoria
Condividere le proprie vittorie o guardare quelle degli altri può essere una forma di catarsi emotiva. In un contesto sociale dove la fatica quotidiana, lo stress e le difficoltà sono sempre presenti, vedere che qualcuno “ce la fa” ci dà una forte speranza. È una piccola evasione della routine, un istante in cui tutto sembra possibile.
Non a caso, questi contenuti vengono condivisi spesso tra amici, sui gruppi social, nei canali Telegram. Sono pillole di positività che generano conversazioni, reazioni, connessioni.
I video di vincite come motivatori digitali
Sebbene la vincita sia casuale, questi video vengono spesso interpretati in chiave simbolica! Se è successo a lui, può succedere anche a me. Questa proiezione crea una forma di motivazione indiretta, soprattutto nei giovani, che sono molto recettivi ai contenuti emozionali.
In contesti sani e bilanciati, guardare momenti di trionfo altrui può quindi diventare un modo per sentirsi ispirati, motivati, parte di una narrazione positiva.
Spettatori di emozioni reali, anche dalla lunga distanza
Viviamo in un epoca in cui i confini tra realtà e contenuto digitale sono sempre più sfumati. Guardare la vittoria di qualcun altro non è solo un passatempo: è un'esperienza sensoriale, emotiva, psicologica. È un modo per sentirsi parte di un`umanità che gioisce che conquista, che vive intensamente.
Piattaforme come Jackpot Sounds interpretano perfettamente questa esigenza contemporanea: raccontano storie di successo attraverso i suoni, stimolando le nostre emozioni più autentiche. E ci ricordano che a volte, per sentirci vincenti, basta ascoltare la vittoria degli altri.
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Non sono un giudice di cassazione né sono un costituzionalista; sono solo un “coglione” che ha abbastanza tempo e, quando è stato ratificato dal parlamento il cosiddetto decreto sicurezza, si è preso la briga di andarsi a leggere quei 39 articoli di cui è composta la legge.
Devo dire che immediatamente (chi mi conosce ne è testimone) ho notato, al di là del giudizio politico, più di qualcosa che non mi quadrava; mi sembrava più paragonabile alla celeberrima lettera di Totò e Peppino (punto, punto e virgola, due punti! Tanto per intenderci) che ad una legge dello Stato. Ho letto stamattina che, dopo i dubbi sollevati dall’accademia, dalla magistratura e dall’avvocatura dello Stato, il decreto in questione è stato completamente bocciato dalla Corte Costituzionale, cui seguirà, inevitabilmente, un rigetto da parte della Corte Costituzionale! Beh, come poteva essere altrimenti?
Vado a spiegare in breve gli elementi di maggiore criticità sollevati dalla Corte:
1. Per legiferare, in una materia delicata come la sicurezza, attraverso lo strumento del decreto governativo, nonostante un disegno di legge giacente in parlamento, dovrebbero ricorrere una situazione di estrema e improcrastinabile urgenza che i giudici, ovviamente, non hanno ravvisato allo stato attuale. Per intenderci, non si fece ricorso al decreto neanche durante i giorni del sequestro Moro, nonostante la spinta motivazionale dell’opinione pubblica, perché i politici di allora (politici veri, che prima di giurare sulla Costituzione, l’avevano anche letta, anzi, in alcuni casi l’avevano pure scritta!) non ritennero necessari né decretazioni d’urgenza e né leggi speciali.
2. Non si può inserire nello stesso testo, sotto il nome generico di “sicurezza”, argomenti completamente diversi, per natura e contenuti, tra di loro: terrorismo, mafia, beni confiscati, sicurezza urbana, tutela delle forze dell’ordine, vittime dell’usura, ordinamento penitenziario, strutture per migranti e coltivazione della canapa; sembra fatto sulla falsariga dell’immancabile, già da molti anni, decreto cosiddetto “mille proroghe” (secondo me anch’esso incostituzionale!) dove vengono inseriti, anche all’ultimo momento, i provvedimenti legislativi più disparati e astrusi!
3. Il decreto presenta elementi di vaghezza non gestibili con precisione; quando si dice che sia un’aggravante la manifestazione che si svolge “nei pressi” di una stazione ferroviaria, cosa significa e come si misura quel “nei pressi”? Significa dentro la stazione? Davanti all’ingresso? O nelle via adiacenti? A Roma tutti sanno che piazza dei Cinquecento si trova nei pressi della stazione Termini anche se sta a 500 metri dalla stessa; a Pizzo Calabro, se mi allontano mezzo chilometro dalla stazione, sono in un altro comune!
4. Il decreto contiene elementi in contrasto con l’art. 3 della nostra Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”) e, quando si fa espressamente riferimento alle “borseggiatrici Rom”, tale contrasto mi pare più che evidente!
5. Altro contrasto evidente è quello con l’art. 2 della Costituzione quando si criminalizza la protesta, anche sotto forma di resistenza passiva, dei detenuti. Piaccia o no, in uno Stato di diritto, anche ai detenuti viene garantito il diritto di protestare se trovano cinque scarafaggi nella minestra o se devono dormire in dieci laddove sarebbero previsti cinque posti letto oppure se vengono picchiati dai secondini. Togliere loro questo diritto è ovviamente incostituzionale!
6. Quando il decreto permette agli agenti dei servizi segreti di “creare gruppi eversivi” a fini preventivi, è ovvio che si sollevino, da parte della Corte, forti preoccupazioni sulla mancanza di controllo democratico e sul rischio di devianze.
7. Non può, un tale decreto, essere operativo già il giorno della pubblicazione in G.U. senza il tempo necessario per un’adeguata informativa ai cittadini! È un po’ come se io stasera parcheggiassi la mia macchina regolarmente in un posto consentito e, domani mattina, diventando operativa una disposizione comunale che istituisce un divieto di sosta proprio in quel parcheggio, mi trovassi una multa sul parabrezza!
Ovviamente queste sono solo alcune delle eccezioni sollevate dalla Corte di Cassazione, la quale, in pratica, ha reso il decreto paragonabile a carta straccia!
Ora io mi chiedo, ripeto, senza dare nessun giudizio politico in merito (che ovviamente sarebbe negativo!), ma possibile che questi signori, ministri, sottosegretari, deputati ecc. possano elaborare un testo di Legge al quale, un qualsiasi professore di Diritto, darebbe 4, solo se fosse di manica larga? Mi chiedo, ma chi stiamo profumatamente pagando per prendersi cura del nostro Paese?
È per questo che quando mi chiedono:
- Ma tu preferisci essere governato da “quelli” di destra o da “quelli” di sinistra?
Io rispondo di getto:
- Io veramente preferirei essere governato, innanzitutto, da “quelli” bravi!