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Fuga da Alcatraz!
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La cultura dell’informazione rapida e i suoi effetti sulle decisioni quotidiane
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Ne uccide più la lingua che la spada
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I referendum, la politica e il gioco dei numeri
È evidente come, da parecchi anni e in tutti i paesi occidentali, gli elettori manifestino una certa disaffezione alla politica e come, questa, si traduca in un’astensione dal voto sempre più importante

Perché sulla Gazzetta di Lucca?
Quando decisi di chiedere al direttore della Gazzetta di Lucca la possibilità di vedere pubblicate le mie riflessioni (chiamarli articoli sarebbe un atto di presunzione) sul suo giornale lo feci per tre motivi

Il milione di Pistoia, e come l'Italia ha sfornato 73 milionari nel 2024
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Lettera aperta a Marina Berlusconi
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Sostenibilità e stile: il Natale secondo Maglioni Natalizi
Indossare un maglione Natale sta diventando un trend sempre più diffuso anche nel Belpaese. Si tratta di una tradizione tipica dei Paesi scandinavi e di quelli anglosassoni, dove si celebra da diversi anni la Giornata Nazionale del Maglione: il Christmas Jumper Day

"Ma chi te lo fa fare"
Sono stato alla manifestazione di ieri contro il cosiddetto DL sicurezza, sarò a quello di sabato contro il genocidio di Gaza; mi chiedono (e mi chiedo!) ma chi te lo fa fare? Alla tua età, perché non ti godi serenamente la pensione?

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È evidente come, da parecchi anni e in tutti i paesi occidentali, gli elettori manifestino una certa disaffezione alla politica e come, questa, si traduca in un’astensione dal voto sempre più importante. Approfittando di questo fenomeno la politica italiana (è accaduto a sinistra, è accaduto a destra, non c’è da farne una bandiera ideologica!) ha pensato bene di approfittarne per svilire, e quindi rendere nullo, quell’istituto referendario nato contemporaneamente alla nostra Costituzione e che necessita, com’è noto, della partecipazione al voto superiore al 50 per cento. È stato gioco facile per chi, contrario alla proposta referendaria, capire come, con affluenze mediamente così basse, piuttosto che impegnarsi nel controbattere politicamente i promotori delle proposte con un dibattito civile e utile alla popolazione, sarebbe stato molto più facile invitare all’astensione!
Ma i problemi a questo punto sono due: la cancellazione, in pratica, di uno strumento costituzionale in mano ai cittadini e un’astensione alle urne che, unita all’impossibilità di indicare il nome del deputato o del senatore che si vorrebbe eleggere, mina alla base il concetto stesso di democrazia! E questi due problemi, ahimè, credo che non saranno mai affrontati per il semplice fatto che non sono problemi, bensì fantastiche opportunità, per tutti i partiti politici; sul referendum ho già spiegato mentre sull’astensione è chiaro come anch’essa sia un enorme vantaggio per qualsiasi politico… e vado a spiegare.
Ogni analista politico sa perfettamente come l’elettorato di qualsiasi partito, anzi, di ogni singolo candidato, sia da dividere in due parti ben distinte: il voto “controllato” e il voto “di opinione”: il primo è un elettorato composto da strette amicizie, parentele, operazioni clientelari ecc.; il secondo, invece, è composto da gente da conquistare faticosamente, quasi porta a porta, con idee e proposte politiche, con comizi, dibattiti, confronti ecc., ma, per quanto possa essere un fine oratore o avere idee politiche eccellenti, ogni politico sa che, il cosiddetto voto “di opinione” è e resta un voto indipendente e, pertanto, non controllabile! L’ultima volta che si è lasciato troppo spazio al voto di opinione, è accaduto che il primo comico italiano che si presentò con una proposta politica riassumibile in un “vaffanculo” prese la maggioranza dei voti degli italiani! Potrà mai la politica italiana correre di nuovo questo rischio? Certo che no, e allora ben venga l’astensione che riguarda, è ovvio, solo il voto di opinione; quello controllato resta e resterà ben saldo nelle mani politiche!
Ed è qui, più per amore di speranza che altro, che rivolgo un appello a chi gestisce l’informazione, precedendola con un necessario ragionamento.
Che piaccia o no, da sempre i numeri e la matematica sono stati necessari all’uomo, non solo per studiare e spiegare la scienza, ma anche per illustrare e interpretare le attività umane in tutte le sue varietà!
Sono però assolutamente indispensabili anche gli strumenti per leggerli questi numeri e, quando questi possono essere difficili da possedere, sarebbe necessario, da parte di chi li divulga, mettere a disposizione anche tutti i mezzi per una lettura corretta ed esaustiva.
Propongo, quindi, di apportare questa modifica quando si espongono i dati relativi sia a risultati elettorali che a sondaggi di voto:
AGGIUNGERE UNA SECONDA COLONNA CHE CONTENGA LE PERCENTUALI SULLA BASE DEL NUMERO DEGLI AVENTI DIRITTO che affianchi quella delle percentuali sulla base del numero dei votanti e AGGIUNGERE LA PERCENTUALE DEI NON VOTANTI e non solo quella dei votanti.
Per avere un’idea dell’impatto che ciò avrebbe, esemplifico riportando la tabella sulla base delle ultime elezioni politiche italiane:
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Quando decisi di chiedere al direttore della Gazzetta di Lucca la possibilità di vedere pubblicate le mie riflessioni (chiamarli articoli sarebbe un atto di presunzione) sul suo giornale lo feci per tre motivi:
il primo è ovviamente la fraterna amicizia che mi lega ad Aldo Grandi che conosco, non vi spaventate, da oltre cinquant’anni; il secondo motivo è più banale perché, sinceramente, non so quale altro quotidiano potrebbe accogliere la mia richiesta; il terzo motivo è un po’ più complicato e riguarda la sorpresa che ho avuto per il mio maledetto vizio di curiosare, di andare a fondo alle cose, di non accontentarmi delle apparenze, di chiedere in giro. Ho scoperto così che molte testate non sopravviverebbero semplicemente con gli introiti pubblicitari o con il finanziamento garantito loro dallo Stato (argomento che meriterebbe altre riflessioni e approfondimenti!); certo, molti possono avvalersi di editori economicamente forti e capaci di coprire qualsiasi problema economico, ma per altri c’è da chiedersi come riescano a finanziarsi. E qui viene il bello e quel lavoro di investigazione che può partire, ad esempio, dalla linea politica del giornale che rimane sempre la stessa a prescindere dai fatti, oppure può partire dal semplice nome di quella testata… insomma, come insegnò il compianto Giovanni Falcone, seguite la strada dei soldi e scoprirete la verità!
Ovviamente non posso fare nomi, né di giornali, né di direttori; ho delle certezze ma non ho delle prove e mi ritroverei in tribunale in un amen!
Allora mi sono rivolto al mio amico Aldo, che ringrazio e sulla cui indipendenza potrei mettere la mano sul fuoco… sperando di non fare la fine di Muzio Scevola!