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De Bruyne Tentato dal Trasferimento al Napoli tra le Voci di un Addio dalla Premier League
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Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questa lettera aperta di Filippo Antonini, presidente provinciale Anpi, al sindaco Mario Pardini.
Egr. Sig. Sindaco,
come Anpi, non è Nostra cura rispondere a quell'accozzaglia di “critiche” scomposte e sconsiderate che ci sono piovute addosso in questi giorni, abbiamo le spalle larghe, sappiamo chi sono, da dove provengono e non ci intimidiscono!
Tuttavia, mi rivolgo a Lei, fosse solo per il ruolo che ricopre ed il rispetto che abbiamo -da sempre- verso le istituzioni democratiche, nate dalla Resistenza.
Come Anpi, non abbiamo mai nascosto le critiche verso alcune prese di posizione da parte della Sua Amministrazione; spero -sempre- democraticamente e civilmente, ma ben fermi nelle Nostre idee e convinzioni!!
Ritengo, pertanto, di fare altrettanto, con questa breve nota.
All'iniziativa svoltasi a Lucca, in occasione del “Giorno del Ricordo”, in un luogo importante e prestigioso per la città, l'Auditorium di San Francesco, hanno partecipato circa 500 persone, nella maggior parte studenti delle scuole medie superiori cittadine.
Un dato significativo ed importante, di cui dovremmo rallegrarcene tutti e tutte, soprattutto di questi tempi!
Gli studenti erano accompagnati e preparati dai loro insegnanti e l'iniziativa era la conclusione di un percorso; dato non di poco conto.
Lo storico Eric Gobetti, non sminuisce o nega -minimamente-la tragedia delle “Foibe” ed il dramma degli esuli, ma si limita a contestualizzare le vicende e a cercarne la genesi.
Lo so, questo approccio storico, dà molto fastidio ai revisionisti che -pertanto- in ogni occasione strumentalizzano -politicamente- la vicenda, facendo, quello sì, un torto alla tragedia e al dramma stesso.
Se anche il dr. Gobetti avesse detto delle “fesserie”; i presidi, gli insegnanti, e gli studenti tutti, hanno sicuramente il sufficiente spirito critico per farsi le loro idee ed opinioni e spero anche di contrastarle e di combatterle apertamente.
Non sottovalutiamo -pertanto- la loro intelligenza, preparazione e senso civico!
A quell'incontro, infine, io e Lei non c'eravamo, forse abbiamo perso, entrambi, un'occasione di partecipazione, di democrazia e di confronto.
Distinti saluti,
Filippo Antonini
Presidente Provinciale Anpi
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviataci dal collega Feliciano Bechelli il quale interviene nella polemica suscitata dal convegno in San Francesco che ha visto la partecipazione di tale Eric Gobetti. Breve commento dell'irresponsabile direttore delle Gazzette.
Ho letto le polemiche relative agli incontri di Gobetti a Lucca. Ho letto, soprattutto, i comunicati di Forza Italia e Difendere Lucca, quello con cui Fantozzi, Martinelli e Testaferrata preannunciano un'interrogazione in Consiglio Regionale e infine ho letto l'ultimo post di Barsanti su facebook.
Poiché si tratta di interventi successivi ai due eventi, ne deduco che chi ha redatto quei comunicati era presente o la mattina o la sera o in entrambe le circostanze e quindi da cittadino e da avido lettore di libri di storia le domande sorgono spontanee.
Nei due incontri lucchesi (quello della mattina organizzato dall'Anpi e quello della sera organizzato dall'Associazione Sinistra con) Gobetti, visto che è stato definito "negazionista", ha negato il dramma delle foibe? Sì o no?
Ha raccontato cose non vere? Se sì, quali?
Se la risposta è sì, cioè se ha negato il dramma delle foibe o ha raccontato cose non vere (ripeto: quali?), allora è giusto fare tutte le interrogazioni di questo mondo e il problema di non avvisare l'ufficio scolastico provinciale passa addirittura in secondo piano.
Se la risposta è no, non ha negato niente e non ha raccontato cose false, mi fate capire qual è il problema? L'orientamento politico di Gobetti? Cioè, se uno è di sinistra non può parlare di foibe, anche se ne parla in termini corretti?
Commento di Aldo Grandi: Se uno è, dichiaratamente di sinistra e pretende anche di sentirsi definire uno storico, certo che può venire a parlare di foibe o di qualsiasi altra cosa, ma, magari, al circolo Arci o Anpi o in qualche sede di partito, non davanti agli studenti di tutte le scuole di - quasi - ogni ordine e grado (sic!), a proprio esclusivo piacimento, senza un contraddittorio e senza aver chiesto, prima, quantomeno, il parere del provveditore agli studi. Se fosse successo all'inverso ossia se a far parlare di Shoah Fabio Barsanti avesse chiamato, ad esempio, David Irving, ve lo immaginate il casino? Quindi, caro Bechelli, e come avrebbe detto il Mike Bongiorno dei tempi d'oro - anche se, in realtà, non lo ha mai pronunciato - lei mi casca sul... principio di reciprocità.