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Scritto da aldo grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
13 Ottobre 2024

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Noi non riusciamo a comprendere come l'Occidente continui a volersi suicidare né, soprattutto, perché giovani, in primis, con ancora, spesso, il latte sulle labbra, si schierino e scendano in piazza a fianco dei massacratori di tutte le galassie, gli stupratori, gli attentatori, coloro che hanno ucciso a migliaia gente inerme e che odiano gli infedeli ossia proprio l'Occidente, inneggiando alla guerra santa. Si tratta di un fenomeno che, più ancora che dai sociologi e dai politicanti e intellettuali da strapazzo e invertebrati di questo emisfero, necessiterebbe di uno studio e di una analisi approfonditi di qualche psicologo, ma di quelli davvero bravi e con gli occhi tutt'altro che foderati di prosciutto. Coloro i quali stanno parteggiando per il popolo palestinese e per il Libano, per Hamas e Hezbollah, in nome di chissà quale difesa dei diritti civili, non sanno che sono schierati a fianco delle dittature più brutali del pianeta, dove i diritti delle persone, a cominciare da quelle Lgbtq, dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, vengono sistematicamente calpestati. Così come, è bene ribadirlo, i diritti essenziali di ogni essere umano, quello di pensare, agire ed esprimere liberamente manifestando le proprie idee. I tragici esempi di Guido Regeni e dello scrittore-giornalista Jamal Khashoggi non sono serviti a niente e le ipocrite penne degli eunuchi al servizio dell'Ideologia continuano a tessere gli elogi dei Paesi musulmani dove non esiste libertà e dove, a parti invertite, molti dei nostri pennivendoli finirebbero sotto uno o anche più metri di terra. Israele è un paese democratico, anzi, l'unica democrazia in un mondo di dittature religiose, una sorta di avamposto che l'Occidente dovrebbe non soltanto proteggere, ma difendere ad ogni costo. Non ci risulta che a Tel Aviv o a Gerusalemme, un giornalista o un ricercatore universitario corrano il rischio di essere torturati, vilipesi, bruciati vivi, smembrati come è accaduto in Egitto e in Arabia Saudita o come è avviene da decenni in ogni angolo di qualsiasi pseudorepubblica islamica. 

Sorprende che le minoranze dei Paesi cosiddetti progressisti europei si schierino a favore dell'Islam più radicale e radicato senza rendersi conto che se invece di trovarsi al di qua, si trovassero al di là del mare, finirebbero tutti dietro le sbarre con la chiave gettata nella tazza del cesso. Del resto l'Occidente è masochista, soffre di una specie di autoflagellazione, adora essere stuprato sotto tutti i punti di vista e come sosteneva la compianta Ida Magli, ha perso di vista la propria identità diventando fluido, senza certezze, senza passato, senza alcuna convinzione che non sia quella dettata dal politicamente corretto, dal vil denaro e dal necessario e impellente bisogno di prostituirsi per poterlo agognare.

Mai come in questo momento Israele è sola. Contro tutto e contro tutti. L'antisemitismo non è più una malattia verniciata di nero, bensì di rosso, fucsia o vermiglio non ha importanza. Il pericolo per gli ebrei non viene più dal nazifascismo come vorrebbero farci credere, ma, al contrario e almeno per ora, dalla Sinistra e dai falsi profeti degli organismi sovranazionali. 

Israele si sente accerchiata, avverte che l'Onu è uno strumento dove comandano i Paesi musulmani che non perde occasione per criticare e darle addosso. Comprende che ancora una volta si vuole fare distinzione, tra i criminali delle democrazie a senso unico, tra sionisti ed ebrei la cui unica differenza a carattere storico è di essere, i secondi, convinti che la terra promessa arriverà, ma solamente per intercessione di dio mentre i primi, più pragmatici e concreti, la terra promessa se la sono andati a cercare e se la sono costruita sofferenza dopo sofferenza e hanno compreso che o Israele pensa a se stessa oppure non avrà futuro. Lo abbiamo scritto più volte, l'unico ebreo che piace, è l'ebreo morto. Tutti gli altri modelli che in un modo o nell'altro non contemplano una pacifica e umiliante sottomissione, non sono accettati né graditi.

Che cosa sarebbe accaduto se la strage del 7 ottobre 2023 fosse capitata ad un Paese come l'Italia? O agli Stati Uniti o anche alla Cina e alla Russia. Semplice, mentre i secondi avrebbero risposto invadendo senza alcuna esitazione l'aggressore, l'Italia, notoriamente Paese invertebrato e incline al compromesso, avrebbe tergiversato, chiesto il motivo, effettuato analisi e studi pieni zeppi di sensi di colpa per individuare una giustificazione a tanta efferatezza. 

E questo hanno pensato coloro che stanno con Hamas e Hezbollah, ma anche quelli che non stanno con  Israele. Se lo hanno fatto, se hanno massacrato 1300 persone facendo a pezzi, violentando, bruciando, fucilando, la colpa deve essere per forza di Israele. Esiste forse una ragione per fare quello che Hamas ha compiuto il 7 ottobre così come tutti gli attentati che abbiamo già dimenticato, i sabotaggi, gli attacchi suicidi in giro per il mondo dove hanno perso la vita decine di migliaia di vittime innocenti? No che non esiste, non può esserci alcuna valida motivazione. Ecco, quindi, il perché di una reazione così energica e totalizzante da parte del governo israeliano. 

Uno Stato, qualunque Stato, non può tollerare che ai propri confini ci siano minacce come quelle rappresentate da Hamas e da Hezbollah finanziati, protetti, fomentati dall'Iran, ma anche dagli sceicchi. Decine di migliaia di morti? Un genocidio? Ma non diciamo sciocchezze. Gli stessi rappresentanti di Hamas hanno ammesso che almeno l'80 per cento delle vittime dei bombardamenti israeliani erano in qualche modo legati alla organizzazione terroristica che qui da noi si vuol spacciare come resistenza. Del resto le cifre del presunto genocidio - ma questi idioti hanno idea del significato della parola? - sono fornite dai giornalisti di Al Jazeera, Tv foraggiata e con sede nel Qatar dove, udite udite, hanno sede i criminali dirigenti di Hamas. A proposito, in un qualsiasi Paese con dignità e regole certe, le parole pronunciate da un ex cuoco come Chef Rubio o qualcosa del genere, avrebbero provocato l'immediato suo arresto per istigazione alla violenza, all'odio razziale e anche peggio. Invece niente di tutto ciò. L'Italia non è un Paese di uomini, ma un insieme di marionette i cui fili non si sa bene da dove vengono e dove vanno, una miriade di debosciati il cui livello di conoscenza storica e di preparazione intellettuale è pari a al glogglottio di un tacchino.

Mediaticamente Israele commette un errore attaccando il baluardo Unifil dell'Onu in Libano, ma dal punto di vista della sostanza ha pienamente ragione. Il Libano è diventato la filiale di Hezbollah da dove viene regolarmente bombardato. Non ha alternative: deve radere al suolo ogni possibile rischio che si ripetano gli episodi come quello del 7 ottobre. E l'Onu, si sa bene, rappresenta una sorta di cuscinetto che impedisce alle forze dell'Idf di eliminare completamente ogni minimo pericolo.  In questo momento Israele è come un leone o una tigre feriti, può fare di tutto senza, magari, sapere nemmeno perché. Il dolore per ciò che il popolo ebraico ha subito un anno fa, con il pogrom più devastante mai verificatosi dalla fine del secondo conflitto mondiale, ha causato nel governo e in una larga parte, la più cosciente e la più concreta, la consapevolezza che ora o mai più. Non ci deve essere alcuna pietà per un nemico che ha fatto quel che ha fatto a uomini, donne e, soprattutto, bambini.

In Italia il cancro rappresentato dalla Sinistra è andato in metastasi da un pezzo e la Destra o quel che sembra somigliarle a chi è miope e anche presbite oltreché astigmatico. non ha il coraggio di agire in maniera chiara, decisa, definitiva e devastante. Tentenna, temporeggia, esita, si masturba mentalmente e non soltanto. Tempi duri ci attendono e, in particolare, attenderanno i nostri pardon, i vostri poveri, sventurati e ignoranti figli che un giorno si troveranno ad essere... ebrei senza nemmeno saperlo e senza neanche spiegarsi perché.

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