Quasi 20 mila visitatori: l'ha ricordato Remo Santini, assessore al turismo, in chiusura di quella che lui stesso ha definito "una bellissima giornata". E una giornata storica: oggi 5 febbraio, in occasione dei 150 anni della manifestazione, il Carnevale di Viareggio è sbarcato a Lucca per la prima volta. Un evento che si pone a culmine dell'iniziativa Lucca In Maschera, nata con l'obiettivo di riportare nella nostra città l'atmosfera del Carnevale che mancava da tanto tempo, e che già ha incassato un notevole successo, dopo il concerto di Cristina D'Avena del 3 febbraio e la festa in piazza S. Michele di ieri sera.
L'evento di oggi è riuscito a portare sulle mura di Lucca e nella città- per quanto concesso dagli inevitabili limiti logistici e spaziali- un pezzo del Carnevale di Viareggio; un pezzo che ne ha esemplificato la stessa anima. Anche laddove non c'erano in prima persona mascheroni e figuranti, la città si è riempita di coriandoli, stelle filanti, bambini e adulti mascherati, rivestendosi di un'atmosfera non troppo dissimile da quella a cui siamo abituati nei giorni del Lucca Comics.
La sfilata ha avuto inizio alle 14.30 in piazza Santa Maria, per poi salire sulla cortina e proseguire lungo le mura. L'apertura è stata affidata a Ondina e Burlamacco, sulla classica carrozza trainata da cavalli. Mascherate isolate e di gruppo hanno avuto il merito e la conquista di portare a Lucca, in dimensioni minori, ma non con minor fascino, la magia dei carri del Carnevale di Viareggio. Si sono susseguiti: mascherata isolata (n.1 mascherone) “Solo chi sogna può volare” di Lorenzo Paoli; mascherata isolata (n.1 mascherone) “Il padrone della paura” di Michelangelo Francesconi; mascherata isolata (n.1 mascherone) “Tempo scaduto” di Andrea Giulio Ciaramitaro; mascherata (n.3 mascheroni) “Da vicino nessuno è normale” e “Qui è ora” di Matteo Raciti; mascherata di gruppo con carrello musicale di Silvano Bianchi; mascherata di gruppo (n.6 mascheroni) “Chi vuol esser lieto sia” di Silvano Bianchi; mascherata di gruppo (n.6 mascheroni) “Vacche Magre” di Stefano di Giusto; mascherata di gruppo (n.6 mascheroni) “In Carrozza si riparte” di Giampiero Ghiselli e Maria Chiara Franceschini. Particolarmente interessante, per il messaggio di cui si è fatta portatrice, la mascherata "Da vicino nessuno è normale", ispirata alla legge 180 del 1978, meglio nota come legge Basaglia, che ha determinato la chiusura dei manicomi. La sfilata è inoltre stata accompagnata dalla musica di tre bande (la Filarmonica Versilia, banda ufficiale del Carnevale di Viareggio; il corpo musicale "Giacomo Puccini" di Nozzano, banda ufficiale del Comune di Lucca; infine, la Banda Campagnola di Marlia), e chiusa dalla Burla Car, macchina ufficiale del Carnevale di Viareggio.
La sfilata è proseguita in direzione del Caffè delle Mura, per poi scendere in città per arrivare fino a piazza Napoleone e, infine, piazza san Michele. Qui, come già prima al Caffè delle Mura, si sono avute le esibizioni di 12 coreografie, che sono state introdotte e spiegate e accompagnate, grazie a un maxi-schermo in ciascuna delle due location, dalle immagini dei carri corrispondenti del Carnevale di Viareggio. Tra le altre, ricordiamo le coreografie "Evoluzione della specie" a cura di Umberto, Stefano e Michele Cinquini e Silvia Cirri, "Meraviglioso" a cura di Luciano Tomei, "Una storia fantastica" di Jacopo Allegrucci, "Musk attacks" di Priscilla Borri, "Il lato oscuro" di Marzia Etna e Matteo Lamanuzzi e "L'amore vince su tutto" di Massimo e Alessandro Breschi.
Molte coreografie hanno presentato, declinandole sotto il punto di vista dell'intrattenimento e della leggerezza, tematiche che gravano con pesantezza sui nostri tempi. "Pianeta Terra 2.0", di Fabrizio e Valentina Galli, ha immaginato un indefinito futuro in cui, a causa del collasso della Terra, l'umanità sta preparando un esodo di massa; il carro corrispondente alla coreografia rappresenta un vascello stellare, guidato da Ondina e Burlamacco, su cui sono state caricate tutte le cose più care all'umanità, tra cui spicca "un cuore rosso d'amore e speranza". Affrontato anche il tema della superstizione con la coreografia "Occhio al malocchio" di Carlo e Lorenzo Lombardi. "La coreografia congela con la leggerezza, con la risata, un elemento profondamente turbante, ancora strettamente intrecciato alla cultura italiana, aprendo anche una riflessione pirandelliana sulla sfortuna e su quanto ciascuno di noi sia obbligato a rivestire un ruolo che ci è imposto dagli altri", è stato spiegato.
Certo non poteva mancare, tra i temi di attualità affrontati, quello della guerra: tra le coreografie dedicate a questa tematica si è distinta "Pace armata" di Alessandro Avanzini, in cui un gruppo di soldati si toglie l'uniforme a rivelare, sotto, una bandiera della pace, "vessillo universale di speranza". La coreografia si è conclusa sulle note di "Follie preferenziali" di Caparezza, quando i soldati hanno esposto cartelli recanti, come slogan, le parole del ritornello: "Preferisco ammazzare il tempo/ Preferisco fare esplodete una moda/ Preferisco morire d'amore/ Preferisco caricare la sveglia/ Preferisco puntare alla roulette/ Preferisco il fuoco di un obiettivo/ Preferisco che tu rimanga vivo".
Molte coreografie hanno poi analizzato il valore stesso del Carnevale, e l'attrattiva che esercita su di noi. "Una macumba per dire basta!" di Luigi Bonetti ha riflettuto sul valore della risata e dell'ironia per purificarsi dai mali del mondo; "Ridi pagliaccio" di Lebigre e Roger immagina un camerino in cui un clown si sta preparando per uno spettacolo e, guardando al proprio volto nello specchio, finisce per guardare oltre di esso- "Farà ridere noi ancora una volta, o sarà lui a ridere del circo che è il nostro mondo?"; infine, "Carneval divino" di Luca Bertozzi celebra Bacco, il re del Carnevale, e incarna i valori tradizionali di questa festa.
"La vita andrebbe vissuta come un lungo carnevale, come già diceva Lorenzo il Magnifico. Si tratta di un'esortazione ancora valida a godere dei piaceri della vita, consapevoli della loro fugacità".
Fotoservizio di Ciprian Gheorghita