Certo, a 97 anni salire la strada sterrata che conduce alle tavolate predisposte dall'organizzazione della manifestazione, non deve essere stato facile, ma lei, senza tante storie e lamentele, ce l'ha fatta e si è seduta come tutti gli altri sbarcati ad Aquilea per la tradizionale Sagra della zuppa che, proprio nella serata di ieri, sabato 12 agosto, ha toccato il record di 1100 coperti. La nonnina se la sono coccolata gli assessori al turismo Remo Santini e l'assessore allo sport Fabio Barsanti e hanno fatto bene. Grande soddisfazione, inutile negarlo, per Christian Bertolacci, presidente del comitato paesano di Aquilea e per Marco Pellegrini, presidente dell'associazione Sagra della zuppa di Aquilea, una sorta di tutela storica e gastronomica di una specialità che anche noi, piovuti in cima alla collina, abbiamo voluto assaggiare.
Senza fare nomi bisognerebbe che qualcuno venisse da queste parti per imparare come si accolgono centinaia di persone e altrettanti veicoli, auto e moto, che salgono e li trasportano a godere di clima fresco e cucina niente male. Per di più, lasciatecelo dire, più casse per fortuna e solo soldi o bancomat e carte, niente e sottolineiamo niente Token, altra boiata della Nuova Era ispirata da Pensiero Unico Dominante. Si paga con soldi cash o con tessere digitali, ma almeno non si perde tempo e testa a fare acquisti e conversioni. Buonsenso popolare evidentemente che qui, ad Aquilea, regna in abbondanza.
Inutile negarlo: le code ci sono e sono lunghe, c'è da attendere, ma stiamo parlando di code gestibili, non improvvisate, attenzionate, che scorrono senza che quando arrivi al banco, ti dicano che non c'è più trippa per gatti. Ieri sera alle 22 l'unica cosa che era sparita dal menu erano i fagiolini. Ma chissenefrega. Le patatine fritte o i pomodori andavano benissimo. E poi la zuppa: da favola veramente, unica nel sapore, meravigliosa come lo sono tutte le zuppe di questa Lucchesia che sa riservarci sorprese a iosa. Alla faccia dell'omologazione tanto cara all'Unione Europea e agli organismi sovranazionali che vorrebbero scrivere sulle etichette del vino che fa male. Invece ad Aquilea birra e vino in abbondanza, ma anche altro e acqua a volontà. E poi musica per smaltire quello che si è mangiato, ma quello che ci ha piacevolmente colpito è stato l'ordine, parola tanto invisa alla sinistra peracottara e antagonista. ORDINE in maiuscolo, con la gente che si è goduta una splendida occasione di socialità. Salsicce top, rosticciana forse da cuocere un po' di più, torte buone, ma accoglienza stupenda. 40 persone anche se ne sarebbero servite di più, ma non è facile trovare gente disponibile, ma Christian e Marco possono andare fieri del risultato: un record incredibile.