Mario Pardini siamo, ormai, ad un passo dal voto. Come si sente?
Bene, molto bene. Nell’ultimo anno di lavoro ho percepito nelle voci, negli sguardi dei cittadini una grande voglia di svolta, di cambio di passo per la nostra città e sono orgoglioso di poter rappresentare tutto questo per loro. Il mio impegno politico nasce soprattutto dall’amore per la mia città e quindi le sensazioni sono bellissime.
Se diciamo che lei ha avuto a disposizione pochissimo tempo per farsi conoscere diciamo una ovvietà?
Tutti gli esperti di politica sostengono che il risultato di ogni campagna elettorale si decide nelle ultime due settimane, quindi il tempo non è mancato. Ogni azione è stata curata nel minimo dettaglio e l’appoggio dei partiti è stato determinante in questi ultimi due mesi. Bisogna precisare inoltre che Lucca 2032 la sua campagna l’ha iniziata già da oltre un anno sul territorio e la mia candidatura ufficiale a sindaco è stata lanciata il 1 febbraio. Niente è stato precipitoso, se non il giudizio del nostro avversario principale nel credere di avere già la vittoria in tasca. Ma la storia, nella nostra città più che altrove, insegna: chi crede di aver già vinto, spesso viene deluso dal risultato delle urne.
Se potesse tornare indietro che cosa farebbe di diverso da quello che ha fatto fino ad oggi?
Sono abituato a guardare avanti. La mia natura da imprenditore non mi ha mai permesso di rimuginare troppo sulle scelte fatte. Bisogna essere operosi e operativi. Ad oggi non rinnego neanche una tappa del mio percorso e guardo avanti con estrema fiducia.
E’ soddisfatto dell’accoglienza che le mostrano i lucchesi?
Non solo soddisfatto, ma orgoglioso. Gli attestati di stima e le speranze riposte dai cittadini nel nostro progetto politico sono stimolo costante ed energia. Con noi torneranno al centro della vita politica, verrà colmata la distanza abissale che negli ultimi dieci anni si è creata tra amministrazione e cittadini. Una distanza che ha creato apatia, indifferenza: vere sconfitte della comunità. Spero che tra 5 anni, alle prossime elezioni, crescerà prima di tutto l’affluenza: vorrà dire che i cittadini si sentiranno nuovamente coinvolti, parte in causa, protagonisti.
La danno in recupero su Francesco Raspini.
I dati sono effettivamente molto buoni e crediamo che possano migliorare ancora in questi ultimi giorni. L’orgoglio dei cittadini lucchesi sta risorgendo, percepisco una grande voglia di riprendere in mano il proprio destino per valorizzare finalmente la città più bella del mondo, rendendola un luogo sicuro, sereno e con potenzialità da modello internazionale.
Pensa che qualcuno possa vincere al primo turno?
Il vento come già detto è cambiato, questa è la sensazione. E il vento soffia sempre da una sola parte, non da due o tre. Inutile nascondere che gli ultimi trend ci portano a nutrire la speranza di una vittoria già al primo turno.
Lo sa che ad un probabile ballottaggio dovrà estrarre dal cilindro tutta la sua abilità nella trattativa con le altre forze politiche?
So che il ballottaggio, nel caso si verifichi, è una partita completamente diversa dal primo turno e sono pronto ad affrontarlo.
Pochi gli attacchi e gli scambi ‘proibiti’ tra lei e il candidato del centrosinistra. Siete diventati puri come agnellini o è un tacito accordo a non scendere di livello?
Non ci sono taciti accordi, ovviamente. È che preferisco proposte e critiche ragionate piuttosto che attacchi a testa bassa fini a se stessi, solo per fare rumore. In tutto ciò comunque non sono mancati i momenti di scontro con il candidato del Pd, ma dopo gli ultimi due anni di crisi i cittadini sono stufi della politica intesa come un’arena, chiedono concretezza e non chi punta solo il dito contro l’avversario per buttarla in caciara. La priorità degli elettori adesso è ottenere le soluzioni per i loro tanti problemi quotidiani, questo vogliono dai politici e non il solito circo.
Sua moglie che dice di tutto questo stress?
Claudia è una donna felice e realizzata. Lei sta sempre dalla mia parte, sa quanto è importante per me questa missione che ho deciso di intraprendere per amore della città, quindi mi sostiene perché essere famiglia è anche fare squadra. Noi due siamo team tipo quello sport di coppia… il bob a due: sincronizzati per vincere insieme. E mia moglie è eccezionale per come pensa a tutto - in particolare ai nostri figli - quando io sono impegnato in campagna elettorale.
Facciamo finta che lei, usando al massimo 15 parole, debba convincere un elettore esitante a votarla. Cosa gli direbbe?
Non gridare contro l’oscurità, ma accendi una luce: vai a votare e scegli di cambiare.
De Coubertin ha insegnato che importante non è vincere, ma partecipare. Lei è dello stesso avviso?
Assolutamente sì. Essere un uomo vuol dire sapere accettare sia le vittorie che le sconfitte senza mai prenderle come definitive, la vita scorre come un fiume e va saputa navigare sia quando l’acqua è calma che nel mezzo alle rapide.
Se dovesse andare male lei resterebbe lo stesso in consiglio comunale 5 anni come ha fatto Remo Santini suo predecessore?
Certo.
Dicono che Fabio Barsanti le porterà via parecchi voti. Che ne pensa?
I cittadini decidono chi votare, i voti appartengono agli elettori. Noi possiamo cercare di indirizzarli proponendo le nostre idee, ma alla fine sono loro che decidono dentro la cabina elettorale. Detto questo, ognuno fa la sua corsa.