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Primo consiglio comunale di Lucca dopo le ferie: scontro mancato tra Bianucci e Pardini, il sindaco nega responsabilità del comune nei fatti di Santa Croce
Primo consiglio comunale dal rientro delle ferie, che ne ha risentito con un clima disteso, quasi soporifero, nonostante il tentativo di Bianucci di vivacizzarlo cercando lo scontro con Pardini

Orfeo (e Euridice) e a Venezia vanno in scena le paure di non avere più i fondi del MinCulPD per il cinema nostrano
Ero giovane capitano quando ebbi l’onore, per due anni, di scortare il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. In un’occasione lo seguimmo ai Leoni d’Oro di Venezia, ove assistette alla proiezione – fuori concorso – di “Orfeo”...

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Primo consiglio comunale dal rientro delle ferie, che ne ha risentito con un clima disteso, quasi soporifero, nonostante il tentativo di Bianucci di vivacizzarlo cercando lo scontro con Pardini: questi non ha raccolto, dissuadendolo dai suoi intendimenti bellicosi con le solite risposte flemmatiche.
Il 1° settembre 2025, alle ore 18.10, è iniziato il consiglio comunale di Lucca con la consueta richiesta del presidente Enrico Torrini al segretario di procedere all’appello nominale con contestuale verifica del numero legale. Al termine dell’incombenza, si è proceduto al primo punto dell’ordine dei lavori, inerente alle raccomandazioni.
Ha preso la parola il capogruppo di minoranza del PD Vincenzo Lorenzo Alfarano per fare tre raccomandazioni. La prima era relativa alla mancata raccolta di rifiuti nei condomini ERP di via Einaudi dai primi del mese di agosto, che aveva documentato anche con scatti fotografici. La seconda riguardava la richiesta di rimozione di una ceppa pericolosa nei pressi del civico 119 di via Sardegna in località San Vito; infine, la terza e ultima raccomandazione era indirizzata alla presidenza del consiglio comunale e alla conferenza dei capigruppo, perché venisse prevista una seduta per la discussione di molte mozioni ancora giacenti.
Subito dopo ha chiesto e ottenuto la parola il consigliere di minoranza del PD Gianni Giannini per reclamare la sollecita riapertura del parco giochi di Santa Maria del Giudice, oggetto di lavori di riqualificazione già terminati, e di valutare l’opportunità di intitolare lo stesso al piccolo Nicolò Michele Nobili prematuramente scomparso a soli dieci anni. Ha proseguito sollecitando il termine dei lavori al parcheggio sotterraneo di piazza San Concordio, in vista di un suo possibile utilizzo in occasione di Lucca Comics & Games. La terza e ultima raccomandazione era anche questa, come quella del capogruppo Alfarano, indirizzata al presidente del consiglio comunale, perché venissero discusse a breve le molte mozioni giacenti.
È poi intervenuto il capogruppo di minoranza di Sinistra Civica Ecologista Daniele Bianucci per segnalare che in via Pfanner, per la seconda volta, le piante messe dall’amministrazione erano seccate e andavano rimosse. Continuava con la richiesta di trovare una soluzione alla vertenza inerente al parcheggio di piazza Mazzini, perché necessario a molti dipendenti degli esercizi commerciali in centro storico.
Il secondo punto dell’ordine dei lavori era relativo alle risposte orali alle interrogazioni: il primo a prendere la parola è stato Bianucci, per illustrare l’interrogazione nr. 63/2025, relativa alle assenze del sindaco Mario Pardini alle conferenze aziendali dei sindaci dell’ASL Toscana Nord Ovest, chiedendogli se voleva continuare a rappresentare o meno i sindaci della piana. Il sindaco Mario Pardini ha risposto che era mancato solo due volte e che non poteva delegare nessuno al suo posto, ma era sua ferma intenzione continuare a essere parte attiva delle conferenze, rassicurando per il futuro l’interrogante.
Pur non essendo presente l’interrogante Ilaria Maria Vietina, capogruppo di minoranza di Lucca è un grande Noi, il sindaco ha affermato che avrebbe risposto alla prima favorevole occasione in consiglio comunale, ma nel frattempo voleva precisare che riteneva assolutamente pretestuosa l’interrogazione inerente alla presenza di persone non autorizzate al corteo della processione svoltasi il 15 settembre 2024: ha dichiarato di aver già risposto nell’immediato a mezzo stampa e tramite i suoi social media, bollando come assolutamente assurda e non veritiera l’affermazione per cui il comune avrebbe autorizzato chicchessia, poiché non è l’ente preposto a farlo.
Bianucci è intervenuto con la sua consueta verve polemica per incalzare e colpevolizzare Pardini, fallendo miseramente, poiché il sindaco, con il suo solito british style, lo ha rintuzzato e senza minimamente scomporsi lo ha reso innocuo.
Il terzo punto era relativo alla pratica nr. 102/2025, avente per oggetto “Variazione alla nota di aggiornamento del documento unico di programmazione (DUP) 2025-2027 e approvazione del DUP 2026-2028“, illustrata dall’assessore Moreno Bruni. È intervenuta il consigliere di minoranza del PD Chiara Martini, che ha riconosciuto all’assessore e agli uffici di aver accolto alcuni suoi suggerimenti, compiacendosene. Nonostante questo, non ha mancato di esprimere le sue perplessità e lagnanze rispetto ad alcune scelte evidenziate nel documento amministrativo contabile presentato. Anche il capogruppo del PD non ha mancato di esprimere il proprio disaccordo rispetto al documento presentato. L’assessore Bruni ha mosso una replica molto pacata ma puntuale non tanto alla Martini, quanto ad Alfarano, che a suo dire aveva fatto un intervento più politico che tecnico e meritava, quindi, una risposta adeguata. Non essendoci ulteriori interventi, il presidente Torrini ha messo in votazione la pratica, che veniva approvata e dichiarata immediatamente eseguibile con 18 voti favorevoli, otto voti contrari e nessuna astensione.
Il quarto punto riguardava la pratica nr. 105/2025, con oggetto “Approvazione regolamento per il funzionamento della conferenza zonale per l’educazione e l’istruzione. E approvazione dello schema di convenzione esercizio associato dell’organismo di coordinamento educazione e scuola e della struttura di supporto tecnico organizzativo della conferenza zonale della piana di Lucca”. La pratica è stata illustrata dall’assessore Simona Testaferrata. Di seguito è intervenuto il consigliere di maggioranza di FI-UDC Giovanni Ricci, per segnalare che la pratica in questione aveva ottenuto il parere favorevole della maggioranza dei consiglieri presenti nella competente commissione. Anche Martini ha dichiarato che il quadro dettato dalla regione era stato ben recepito. Il presidente Torrini ha quindi posto in votazione la pratica, che è stata approvata ed è diventata immediatamente eseguibile con 25 voti favorevoli, nessuno contrario e un voto di astensione.
Il quinto e ultimo punto dell’ordine dei lavori era inerente alla pratica nr. 103/2025, avente per oggetto “Piano comunale per il commercio su aree pubbliche- art. 43 Legge Regionale 23 novembre 2018 n.62- Modifiche” e illustrata dall’assessore Paola Granucci. Martini, consigliere del PD, è intervenuta per ribadire che il settore degli ambulanti è in crisi, e che non condivide alcune scelte dell’amministrazione. Giannini ha chiesto a Granucci se la fiera del bestiame al foro Boario si sarebbe svolta o meno, e l’assessore ha risposto favorevolmente. La pratica è stata posta in votazione e approvata, diventando immediatamente eseguibile, con 21 voti favorevoli, nessun voto contrario e quattro astensioni.
Alle ore 19.50, il presidente Torrini ha dichiarato concluso il consiglio comunale, ordinando lo sciogliere le righe.
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Ero giovane capitano quando ebbi l’onore, per due anni, di scortare il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. In un’occasione lo seguimmo ai Leoni d’Oro di Venezia, ove assistette alla proiezione – fuori concorso – di “Orfeo”. Il regista era lo svizzero Claude Goretta, la cui famiglia italica aveva creduto bene di svizzerizzare il cognome Goretti cambiandone la vocale finale.
A fianco a “Kossiga” era il grande critico cinematografico istituzionale, Gian Luigi Rondi, da Tirano (SO).
Compresi perché l’opera fosse fuori concorso. S’ispirava al mito greco di Orfeo e Euridice. Lui, poeta e cantore antesignano di Omero, discese agli inferi per recuperare l’amata Euridice morta prematuramente. La storia ha più finali e uno prevede che Orfeo abbia cambiato gusti sessuali per non tradire la memoria dell’amata, e sia stato ucciso dalle donne degli uomini che riuscì a convincere delle nuove prospettive di vita, rimaste evidentemente prive di qualcosa. Credo fossero antesignane dei fasci di combattimento, ovviamente.
Il film doveva esser costato due soldi. Una parte si svolgeva in barca a remi sul mare, quest’ultimo rappresentato da fogli e fogli spiegazzati di cellophane azzurro. L’altra frazione si sviluppava nell’Ade, il triste aldilà dei greci, rappresentato a sua volta da fogli e fogli spiegazzati di cellophane nero. All’intervallo eravamo rimasti Cossiga, noi della scorta, e altri due o tre. Pure G.L. Rondi s’era eclissato. Poi disse che l’aveva disturbato il gracchiare dei nostri walkie-talkie – a uno di noi s’era staccato il jack dell’auricolare e deliziò la platea con una improvvida chiamata di controllo – inconveniente che il buon Cossiga liquidò paternamente con un sorriso e quattro parole “Ssonno i mmiei Raggazzzi”, ma evidentemente non fu apprezzato dal Rondi.
Oggi del film si parla pure su Wikypedia, e magari qualcuno potrebbe credere sia un capolavoro, ma v’assicuro che – al confronto – “La corazzata Potëmkin” diretta nel 1925 dal “Maestro” Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, come ricordava il mitico ragionier Fantozzi, era uno spasso.
A questo ho pensato nell’assistere, alcuni giorni fa, ai cineasti italici pro-Pal assiepatisi in quel di Venezia. Finito Bezos e il suo fantastiliardario matrimonio, sono in cerca, evidentemente, di altro per rompere i corbelli al prossimo. Questa volta invitando a boicottare attori e artisti ebrei, che a Gaza non hanno manco fatto un selfie.
Immaginiamo cosa significhi per questi “artisti” convenuti in laguna, dover trascorrere ore in sale tendenti a svuotarsi, per assistere a mediocri film o – peggio ancora – aver lavorato a uno di questi mediocri film e vedere che in sala si resta malinconicamente da soli.
E per questo spettacolo un po’ così – invito a leggere i vincitori degli ultimi 10 anni, beh, non è che abbiano lasciato tracce indelebili – perdersi la regata con Greta verso l’arresto certo, sul mare di Gaza, quello fatto d’acqua salata, non di cellophane azzurro. C’è di tutto e di più per far casino con striscioni e slogan e ritardare a prendere posto nelle poltroncine. Dove non puoi abbuffarti di pop-corn e coke – junk-food da proletari – e Venezia non è per i peones.
Per non parlare dei rubinetti che progressivamente si van chiudendo, anemizzando i flussi senza fine di fondi, targati “MinCulPD”, per settore artistico fallimentare. Inutile girarci attorno, se gran parte delle pellicole non riportano a casa i soldi spesi per produrle, vuol dire che son dei flop che non dovevano essere prodotte. A proposito: smettiamola con l’arte da difendere! Se non si regalano colori e tele a pittori incapaci, e blocchi di marmo di Carrara a scalpellini inutili, non capisco perché si debba dar da vivere a chi ritiene di essere un artista del cinema, ma non riesce a convincere un dotto e inclito pubblico di tali sue qualità.
E allora si spiega tanto rosicamento, tale da trasformare una kermesse del bel mondo – del quale non m’interessa minimamente – in manifestazione di protesta. Insomma, il rilassato e radical-chic operaio medio del cinema, ne ha ben donde per irritarsi: se non trova un seggio, anche in un Consiglio Comunale, gli tocca mettersi a lavorare, non essendo sopravvissuto il RdC, la chimera evocata da Giuseppì. E il seggio si trova mettendosi in evidenza.
Sempre a proposito, però, mi pare che siano un po’ indietro, i cineasti, come gran parte delle loro pellicole.
Non sanno che manifestare pro-Pal non basta, occorre anche celebrare i terroristi delle Brigate Rosse, come la Professoressa Donatella Di Cesare.