Politica
Un gigante nel negozio di ceramiche… Trump
Finite le scaramucce verbali ed i sottintesi sberleffi che il centrodestra ha dedicato alla sinistra ed a quella parte di stampa che aveva previsto e tifato apertamente per la vittoria di Kamala Harris, sul voto americano è tempo di ragionare a bocce ferme
Democrazia… che bello!
Mi è tornata alla mente la celebre frase "E' la stampa, bellezza e tu non puoi far niente" che il giornalista Ed Hutcheson, alias Humprey Bogart, pronunciò nel celebre film del 1952 "L'ultima minaccia". Parafrasandola, ho semplicemente sostituito la parola "stampa" con "democrazia", essendo, in entrambi i casi, la libertà di stampa uno dei pilastri dello Stato democratico
Agevolazioni tariffarie, Uniat Uil aiuta a fare le domande: “A Lucca manca però il contributo affitto”
Anche nel comune di Lucca partono contributi per riscaldamento e tari: ad aiutare i cittadini interessati a presentare le domande al bando c’è la Uil locale,…
'Assi viari, ribellarsi è giusto'. Parola di Eugenio Baronti
Chi pensa che siamo giunti al capolinea della lotta in difesa della Piana da un progetto sciagurato e devastante come quello dell’asse Nord/Sud, si sbaglia. Chi si è opposto da sempre e ha vissuto, come il sottoscritto, tutta la vicenda dalla fine degli anni '80 del Novecento, sa che ci sono stati altri momenti dove sembrava che la partita fosse irrimediabilmente persa...
Difendere Lucca: "Finalmente intitolato il parco a Norma Cossetto. Si completa iter da noi iniziato nel 2021"
"Lucca ha finalmente un parco intitolato a Norma Cossetto, martire delle Foibe e medaglia d'oro al merito civile, seviziata e uccisa nel 1943 dai partigiani comunisti di Tito",…
Pd Lucca: "Mancato rifinanziamento del contributo affitto: per Pardini le difficoltà dei cittadini non esistono"
"Ormai è un andazzo che si ripete da due anni e mezzo: gli interventi per i cittadini per la giunta Pardini non esistono. C'è spazio solo per autocelebrazioni con…
Ricci e Di Vito (Forza Italia): "Parcheggi riservati a persone con disabilità? Il Comune è stato attento al problema"
"Forza Italia ringrazia Luccasenzabarriere per il lavoro svolto in questi anni di collaborazione con il Comune per migliorare l'accessibilità a Lucca Comics & Games, però non deve mancare…
Intitolato a Norma Cossetto il parco giochi di San Marco
Alla cerimonia ufficiale questa mattina (9 novembre) sono intervenuti il sindaco, il vicesindaco e gli assessori Pisano e Bruni
Difendere Lucca sullo Sport: "Centrosinistra sempre più ridicolo. Giunta Pardini sta sanando i fallimenti degli ultimi dieci anni"
"Il lavoro di Barsanti sullo sport ha rimesso Lucca in pista, dopo dieci anni di totale assenza del Comune. La sinistra che attacca nuovamente l'assessore, che parla di…
Approvato il masterplan degli impianti polivalenti comunali per le attività ludico-motorie all'aperto
Il documento discusso nelle commissioni consiliari cultura e lavori pubblici e poi in consiglio comunale individua le priorità degli interventi che l'amministrazione comunale vuole affrontare nei prossimi anni anche in collaborazione con altri enti, associazioni e soggetti privati
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I sindaci chiedono ai cittadini, alle associazioni sportive e agli esercizi commerciali di rispettare le misure precauzionali per contenere la diffusione del Coronavirus.
"Come sindaci - esordiscono - facenti parte della Conferenza zonale della piana di Lucca - che riunisce i comuni di Lucca, Capannori, Porcari, Pescaglia, Altopascio, Montecarlo e Villa Basilica – riteniamo opportuno ricordare e consigliare quanto segue per fare in modo che vi sia il massimo contenimento del contagio ad opera del Coronavirus".
"Ogni attività relativa a convegni o congressi - spiegano -, sia di iniziativa pubblica che privata, è differita fino al 3 di aprile. Sono sospesi gli eventi, le manifestazioni e gli spettacoli di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato, che comportino un affollamento di persone tale da non consentire la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone. Nel caso di organizzazione da parte di soggetti privati, essi dovranno dichiarare puntualmente le misure organizzative messe in atto, sotto la propria responsabilità, per rispettare le prescrizioni del Decreto circa le misure di distanza interpersonale".
"I mercati rionali e settimanali - sottolineano - vengono mantenuti, purché siano adottate le misure necessarie utili a evitare sovraffollamenti. È opportuno che anche in questi contesti siano adottate e rispettate le norme di prevenzione igenico-sanitarie. Gli esercizi commerciali e i locali aperti al pubblico, bar, pasticcerie, ristoranti e pub, dovranno garantire la distanza di almeno un metro tra una persona e l'altra e anche qui dovranno essere evitati sovraffollamenti. I provvedimenti organizzativi sono a cura del gestore: sempre i gestori devono affiggere le norme di prevenzione igienico-sanitarie nei propri locali e rispettare le misure precauzionali".
"Per quanto riguarda le competizioni sportive - specificano -: le attività degli atleti agonisti potranno tenersi solo negli impianti sportivi a porte chiuse o all'aperto senza presenza di pubblico. In questi casi le associazioni e le società sportive sono tenute a effettuare opportuni controlli col proprio personale medico. Per quanto riguarda invece le attività sportive in genere: allenamenti che prevedano un contatto ravvicinato, dove non è possibile assicurare la distanza di almeno un metro, non possono essere svolti. Le attività motorie svolte all'aperto o all'interno di palestre, piscine, centri sportivi di ogni tipo, possono tenersi solo qualora si sia in grado di garantire le condizioni oggettive per poter rispettare la distanza interpersonale che abbiamo più volte ricordato".
"Le Biblioteche e gli Archivi - concludono - possono rimanere attivi purché nelle sale lettura venga garantita la distanza di almeno un metro tra le persone. Stessa indicazione per i Musei, che possono essere mantenuti aperti adottando misure di contingentamento nell'afflusso dei visitatori, così da rispettare le misure di sicurezza interpersonale".
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Tranquilli. Non siamo a Cefalonia nel settembre 1943 quando una divisione, la Acqui, venne trucidata dai nazisti all'indomani della firma dell'armistizio dell'Italia con gli angloamericani. E, almeno per il momento, non c'è, come allora, una classe dirigente - la monarchia, lo stato maggiore, il governo - in fuga verso Pescara dopo aver tradito e lasciato solo, in balìa dei tedeschi, il popolo italiano, esempio mai più raggiunto del più alto tasso di vigliaccheria storica. No, siamo, soltanto alle nostre latitudini temperate ai tempi del coronavirus. Con uno stivale sfasciato e preso a calci da tutti, persino dai diseredati che, a questo mondo, fino a ieri imbarcavamo a migliaia convinti che ci avrebbero pagato (sic!) le pensioni e ripopolato nemmeno fossimo stati un allevamento di polli in batteria.
Non si poteva, un tempo, parlare male di Garibaldi e, oggi, non si può tacciare questo governo di incapacità e anche peggio, pena passare per disfattisti, razzisti, fascisti, nichilisti e via di questo passo. La realtà, per fortuna, è sotto gli occhi di tutti: grottesca, ma terribilmente vera. Siamo un popolo di appestati, gli untori del globo, ancora peggio dei cinesi che, a pensarci bene, si fanno i fatti propri e di quello che succede nel resto del pianeta se ne fottono altamente. Noi no, noi dobbiamo autoflagellarci e i risultati si vedono. Eccome.
Nessuno vuole venire a trovarci, ma, in particolare, nessuno vuole che andiamo a fargli visita. Non vogliono nemmeno i nostri arbitri di calcio per le partite internazionali. Abbiamo mantenuto, lautamente, spendendo qui e là e distribuendo pani e pesci nemmeno fossimo stati, per decenni, i nuovi messia, girando il mondo in lungo e in largo in hotel e resort a 5 stelle e, adesso, ci ringraziano vietandoci l'ingresso e prendendoci, sostanzialmente, a calci nel sedere.
Questa classe di politica senza nerbo né orgoglio nazionali si è prostituita chiedendo di poter ricevere le mascherine per proteggere gli italiani dalla diffusione del virus e, per tutta risposta, Francia e Germania hanno risposto picche, che le mascherine che producono, intanto, se le tengono loro. E noi costretti a rivolgerci al Sudafrica. E' questo lo spirito che anima l'Unione Europea? Allora avevano ragione coloro che sostenevano che si trattava solamente di una unione monetaria dove gli interessi delle élites finanziarie dominavano ogni tipo di sentimento. Noi non ne abbiamo mai avuto dubbi, ma gli italiani, questo popolo di beoti e di opportunisti senza spina dorsale?
Adesso abbiamo anche appreso, fresca fresca, la notizia che tutti i dirigenti delle federazioni di sport invernali del mondo, eccetto una - la nostra - hanno sputato sulle finali di coppa del mondo di sci che avrebbero dovuto tenersi a Cortina. Non ci vogliono e ci evitano. Siamo, a dirla tutta, un paese di merda per chiunque ha a che fare con noi. Eppure, fino a quando accoglievamo cani e porci alle frontiere tutto andava bene e i politicanti europei, tedeschi in primis, si sciacquavano la bocca in sperticate lodi per i governi del Puffo fiorentino il quale, tradendo il proprio paese, apriva i confini in cambio di un occhio di riguardo sui nostri conti pubblici devastati dal parassitismo di decenni di occupazione partitica.
E siamo appena all'inizio gente. Se il coronavirus continuerà nella sua corsa al contagio, l'Italia si trasformerà in un ghetto permanente. Se una lezione, tuttavia, questa vicenda dovrebbe insegnarci, è che, al di là del politicamente corretto e dell'ipocrisia imperante, ogni stato deve poter contare solamente su se stesso perché se è il primo a perdere la fiducia in se stesso e a chiedere l'elemosina come sta facendo, non può, poi, pretendere che gli altri abbiano stima e rispetto di lui. Vale per gli esseri umani, ma anche per gli stati.
Torna qui, preponderante, il concetto di sovranità, mai trascurato da una delle poche menti libere e indipendenti che, a livello intellettuale, questo paese abbia mai avuto negli ultimi decenni: Ida Magli e, se vogliamo, aggiungiamoci anche Oriana Fallaci, straordinario esempio di autonomia dell'intelligenza.
Così come i singoli individui, nella convinzione di acquisire maggiore potere e indipendenza, si sono indebitati ipotecando la propria vita e i propri beni con le banche, veri e propri avvoltoi legalizzati, così gli stati, Italia per prima, si sono venduti agli organismi sovranazionali cedendo loro l'unica cosa che li rendeva degni di questo nome e di governare le proprie comunità di individui: la sovranità. Oggi quest'ultima non esiste più, almeno per quei paesi, come il nostro, che si sono venduti anche l'anima e hanno voluto mangiare, ad ogni costo, l'uovo in culo alla gallina.
Che senso ha uno stato che non può gestirsi da sé e che, per poter sopravvivere, svende tutto quello che, in casa propria, ha più valore? Che razza di padre di famiglia è se è capace solamente di spremere i suoi figli riducendoli alla fame e alla disperazione? Questo è, oggi, il nostro governo e questa è, oggi, la classe politica che ci meritiamo e che, in fondo, ci siamo sempre meritati.
Cosa fare, quindi, per poter tornare a credere in noi stessi? Innanzitutto riscoprire l'orgoglio nazionale che, ormai, con la scusa dell'internazionalismo e della solidarietà se ne è andato a quel paese da un pezzo. Orgoglio nazionale che non vuol dire nazionalismo esasperato, ma sincera devozione ad una patria - con la p minuscola però - che tanto ci ha dato nei suoi millenni e che altrettanto merita di ricevere in cambio. Quindi, via da tutti gli organismi sovranazionali, Onu e Ue compresi. Si torni a battere moneta perché uno stato che non ha una moneta propria non ha ragione di esistere. Poi, chiudere le frontiere all'arrivo di disgraziati senza arte né parte. Non li vogliamo, non li possiamo mantenere né abbiamo intenzione di farci, etnicamente, sostituire come desidererebbero i bastardi verniciati di rosso. Inoltre, mettere mano al'economia del paese, restituendo valore a chi produce ricchezza e competitività, ma, in particolare, a chi merita, sia esso lavoratore o imprenditore, studente o insegnante. Infine, cercare di restituire all'uomo della strada quel senso di unità e di condivisione verso lo stato che le classi dirigenti italiane non sono mai riuscite, salvo periodi rari e brevi, a trasmettere.