Summer Festival
Giovedì 24 luglio sul palco del Lucca Summer Festival i Simple Minds, seconda data del nuovo cartellone 2025
Sono i Simple Minds il secondo nome svelato del cartellone di Lucca Summer Festival 2025. Si tratterà di un esordio assoluto sul palco di Lucca per la band scozzese…
Primo nome per il cartellone 2025 del Lucca Summer Festival: il 5 luglio in piazza Napoleone i Thirty Second to Mars
I Thirty Seconds to Mars si esibiranno sabato 5 luglio 2025 sul palco di Piazza Napoleone, durante Lucca Summer Festival. Questo straordinario concerto segna il primo annuncio ufficiale dell’edizione 2025 del festival, dando il via a una serie di eventi imperdibili che caratterizzeranno la prossima stagione musicale
Lucca Summer Festival, presentati i risultati dell’indagine statistica dell’università di Pisa: 77,1 milioni di euro di indotto prodotti nel 2024
77,1 milioni di euro di indotto totale prodotto dal Lucca Summer Festival nel 2024: a dimostrarlo un’indagine statistica dell’università di Lucca, realizzata in associazione con Assoconcerti e a cura del professore Nicola Salvati
Toto e Marcus Miller regalano un grande spettacolo al Lucca Summer Festival (Photogallery by Cip)
Doppio concerto stasera al Lucca Summer Festival con
Duran Duran, la... seconda è meglio della prima. Folla all'area hospitality, da Carlo Conti al gelato di Puccini, alla granita di caffè di nonna Amalia
A volte capita, che la seconda sia anzi, venga meglio della prima e, a pensarci bene, la serata appena conclusa in piazza Napoleone con l'esibizione numero due dei Duran Duran è l'ecvcezione che conferma la regola: 9 mila fan in delirio proprio come due giorni fa
The Wild Boys fa impazzire i fan del Lucca Summer Festival
Oggi come quarant’anni fa “The Wild Boys” continua a far impazzire il pubblico dei fans vecchi e nuovi dei Duran Duran: questo è quanto è accaduto stasera a Lucca Summer Festival
“Questo spettacolo parla di libertà”: Sam Smith fa ballare piazza Napoleone con la sua unica data italiana
Irriverente, imprevedibile, con una voce inimitabile: tante sono le cose che si potrebbero dire di Sam Smith, ma quello che non si può negare è che con la sua unica data italiana il cantautore britannico ha messo su uno spettacolo elettrizzante e frenetico, trasformando piazza Napoleone in una discoteca a cielo aperto
La follia positiva di Mika contagia il pubblico del Lucca Summer Festival
“Voglio perdermi nella follia del palcoscenico” aveva dichiarato Mika annunciando le date del suo tour Club Apocalypso Summer Night e stasera sul palco di Lucca Summer Festival ha mantenuto la sua promessa
Salmo e Noyz Narcos! Al Summer Festival 2024 le due leggende del rap italiano buttano giù un live “da paura” che scardina le regole del successo. Per tutti “Hellraisers” (Photogallery by Cip)
Che sarebbe stata una serata speciale era prevedibile. Il Binomio Salmo e Noyz Narcos lasciava presagire un’alleanza che avrebbe fatto fuoco e fiamme ma il live “Hellraisers”, in onda nella piazza più bella e musicale dell’estate italiana nella notte di giovedì 18 luglio, ha superato ogni più terrificante aspettativa, creando il “panico” promesso alla viglia del concerto
John Fogerty e le canzoni dei Creedence Clearwater Revival infiammano piazza Napoleone (Photogallery by Cip)
A volte ritornano: a 15 anni dal suo ultimo concerto nella nostra città, John Fogerty, lo storico leader dei Creedence Clearwater Revival, ha infiammato il palco del Lucca Summer Festival con l’unica data italiana del suo Celebration Tour
Con Lenny Kravitz l'area hospitality del Lucca Summer Festival affollata come non mai
Sarà anche una impressione, ma di sicuro l'area hospitality del Lucca Summer Festival non ce la ricordavamo così affollata come in occasione e prima dell'inizio del concerto di Lenny Kravitz. Organizzazione enogastronomica perfetta grazie a Giorgio Tomei e Anna Incampo, consuete sfiziosità che allietano gola e palato e aiutano a... vivere meglio
Il gelato dedicato a Giacomo Puccini made by Galliano: stratosferico
E' uno dei 'classici' dell'area hospitality del Lucca Summer Festival voluto personalmente da Mimmo D'Alessandro che lo conosce da una vita e ne apprezza professionalità e qualità dei prodotti. Con il gusto dedicato a Puccini un'altra perla gastronomica del locale più famoso e antico di Viareggio
Lenny Kravitz, energia allo stato puro sul palco del Lucca Summer Festival
Il gran caldo e l’afa non hanno fermato i fan di Lenny Kravitz che si sono dati appuntamento in piazza Napoleone a Lucca per assistere all’attesissimo Blue Electric Light Tour, del loro beniamino che torna a Lucca Summer Festival dopo cinque anni
L’anima indy di Calcutta infiamma i cuori dei suoi undicimila fan al Lucca Summer Festival (Photogallery)
Batte a mille il cuore del Lucca Summer Festival. E la fibrillazione elettrica della musica, che produce solo grandi emozioni, in questa occasione porta il nome di “Calcutta”, al secolo Edoardo D'Erme, protagonista, per la seconda volta, sul palco del Lucca Summer Festival
“Una guerra tira l’altra”: piazza Napoleone gremita per Marco Travaglio al Lucca Summer Festival Talk
“Una guerra tira l’altra: l’Europa è nata sul presupposto che non ci fossero mai più guerre, ma il lascito dei padri dell’Unione Europea è stato tradito, e oggi le guerre sono considerate un’opzione come un’altra, come una prosecuzione della politica con altri mezzi”: così ha esordito Marco Travaglio
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“Una guerra tira l’altra: l’Europa è nata sul presupposto che non ci fossero mai più guerre, ma il lascito dei padri dell’Unione Europea è stato tradito, e oggi le guerre sono considerate un’opzione come un’altra, come una prosecuzione della politica con altri mezzi”: così ha esordito Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano e per l’occasione protagonista dell’ultimo appuntamento con Lucca Summer Festival Talk.
Un appuntamento per certi versi diverso dagli altri due di questo nuovo format, che hanno visto protagonisti rispettivamente Vittorio Cecchi Gori e Andrea Scanzi con Veronica Gentili; non solo perché Travaglio ha parlato direttamente dal palco del Lucca Summer Festival di piazza Napoleone, ma perché l’ha fatto in solitaria, senza interlocutori se non se stesso e il suo pubblico: così ha presentato il suo ultimo libro, intitolato appunto “Una guerra tira l’altra”, già un bestseller da mesi in cima alle classifiche.
“La guerra in Ucraina deriva da una lunghissima sequenza di eventi dove è difficilissimo destreggiarsi fra ragioni e torti- ha cominciato il giornalista con il primo dei due argomenti principali della serata- L’inizio c’è stato nel 1989, quando è caduto il muro di Berlino, l’Unione Sovietica si è sfaldata e le varie repubbliche socialiste sovietiche si sono prese la loro indipendenza, compresa l’Ucraina, a cui era stata donata la Crimea, perché tanto era lo stesso stato: ora le cose cambiano. In seguito, la Nato si è allargata più volte violando i patti fatti con Gorbaciov, fino a dichiarare l’intenzione di annettere l’Ucraina e la Georgia, la chiappa sinistra e la chiappa destra della Russia: si sapeva un bruto come avrebbe reagito. Non riesco a vedere differenze con i nostri, i buoni: ciascuno ha le proprie linee rosse, i propri confini allargati non scritti da nessuna parte ma che nessuno tocca”.
Dietro il singolo fotogramma del 24 febbraio 2022 c’è dunque una lunga storia che, ha dichiarato il giornalista, non giustifica le azioni di Putin, ma permette di comprenderne meglio le cause: “Raccontare che Putin un giorno è impazzito e ha deciso di invadere l’Ucraina, e se non glielo impediamo invaderà l’Europa, è una cavolata, così come è una cavolata che la Russia è isolata: l’anno scorso l’economia russa è cresciuta sei volte più della nostra, e la Russia intrattiene stretti rapporti con tutti i paesi più popolosi e in crescita come la Cina e l’India- ha dichiarato- Noi siamo la minoranza, noi siamo isolati perché continuiamo a crederci buoni e padroni del mondo, e non lo siamo. Siamo di fronte al tramonto di un impero: l’impero americano”.
La guerra russo-ucraina non può che terminare in uno dei tre modi in cui tutte le guerre finiscono: con la disfatta totale di uno dei due contendenti, con l’imposizione di una soluzione dall’alto o con una contrattazione tra le due parti in causa. “Ad ora la Russia controlla oltre un quinto del territorio ucraino, gli ucraini stanno finendo i soldati, e l’occidente ha aumentato la gittata dei missili forniti a Kiev, per cui è aumentato anche il territorio che i russi devono conquistare in Ucraina per mettere al sicuro i propri confini: senza che ce lo dicano, e forze senza che lo sappiano, stanno lavorando al suicidio assistito dell’Ucraina- ha commentato Travaglio- Putin ha posto come proprie condizioni di pace la possibilità di mantenere tutte e quattro le regioni che ha annesso, più la Crimea: si tratta di un piano inaccettabile, di fronte a cui oggi ridiamo, ma non vorrei che fra uno o due anni la situazione fosse molto peggiore e questo diventasse il piano di pace di Zelensky”.
Non molto diversa la situazione dell’altra grande guerra di questo momento, quella tra Palestina e Israele: stessa influenza americana, stessa storia lunga e complessa dietro l’illusione di un singolo fotogramma. Ma diversa reazione delle masse. “Putin ha un mandato di cattura internazionale, Netanyahu non ne ha nessuno; la Russia è stata colpita da sanzioni ed embarghi, Israele no: il mondo dei buoni tratta i morti palestinesi come se valessero il millesimo della vita di un ucraino, di un israeliano, di un americano. Perché le vite umane non valgono tutte allo stesso modo?”
Una storia, quella argomento dell’ultimo libro del giornalista, che da oltre 100 anni si snoda in uno zig-zag continuo: dopo la decisione delle Nazioni Unite del 1947 di una spartizione dei territori fra palestinesi e israeliani, poi concretizzatasi nella sola realizzazione dello stato d’Israele a causa della mancata accettazione della spartizione da parte degli stati arabi, tutta una sequela di guerre inframezzate a tentativi di pace, proseguiti nel nuovo millennio con personaggi come Sharon e Olmert. “Sharon era leader del Likud, il partito di Netanyahu, era stato deposto dal suo ruolo di ministro della difesa dalla corte suprema per il suo coinvolgimento indiretto nel massacro di Sabra e Shatila, e con la marcia sulla Spianata delle moschee aveva dato via alla seconda Intifada: sembrava che con lui primo ministro, nel 2001, si dovesse dire addio alla pace, e invece fu lui che si elevò oltre se stesso e da uomo di fazione si fece statista- ha spiegato Travaglio- Lui ha stabilito che era necessario restituire i territori di occupazione israeliana ai palestinesi e ritirare i coloni che lì si erano insediati: dal 2005 gli ebrei si sono ritirati da Gaza, del tutto sigillata ai confini. Nello stesso anno Sharon ha fondato il partito Kadima, e dopo che un ictus lo lasciò in stato vegetativo nel 2006 a lui subentrò il suo vice, Olmert. Questo nel 2008 fece ai palestinesi una proposta che non si poteva rifiutare: proponeva loro il 101 per cento dei territori che rivendicavano. Eppure, non fu accettata”.
Così si arriva all’elezione di Benjamin Netanyahu (già primo ministro dal 1996 al 1999), dal 2009 sempre rieletto se non per una breve parentesi durante il periodo della pandemia. “Di fatto, Netanyahu controlla Israele da 15 anni, con due punti programmatici: riformare la corte costituzionale così che i suoi processi non giungano a conclusione, cosa che non gli è riuscita, e tagliare le gambe al tavolo dei negoziati con la Palestina perché nessuno ci si sieda più, favorendo Hamas. Ma non è un problema che si può nascondere sotto il tappeto”.
“Non posso concludere con un messaggio positivo: non vedo niente di positivo. Sembra che tutto debba finire in un bagno di sangue, anche se lo stesso si diceva per il Sudafrica: oggi ci sono ancora problemi seri, ma sono tutti vivi- ha dichiarato in conclusione il giornalista- Perché si possa essere ottimisti anche con Israele, si dovrebbe veder nascere qualche statista anche lì: non ne vedo in campo né israeliano, né palestinese, né internazionale. Forse in qualche asilo stanno crescendo questi statisti: speriamo che quando saranno adulti non sia troppo tardi”.
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Davanti a circa ottomila spettatori per il suo unico show italiano Sir Rod Stewart, classe 1945, è salito sul palco di Lucca Summer Festival, unica data italiana del suo tour 2024, cantando i suoi più grandi successi di oltre 50 anni di carriera.
Un perfetto condensato di canzoni tratte dal suo repertorio storico e cover senza tempo: da Infatuation, It’s a Heartache (Bonnie Tyler cover), Twistin’ the Night Away (Sam Cooke cover), Addicted to Love (Robert Palmer cover), Tonight’s the Night (Gonna Be Alright), Forever Young, The First Cut Is the Deepest (Cat Stevens cover), I Don’t Want to Talk About It (Crazy Horse cover), Maggie May, Please, Young Turks, Downtown Train (Tom Waits cover).
Il suo orgoglio scozzese, e la passione per il Celtic, si è potuto constatare per tutto il concerto: dalle note di “Amazing Grace” suonate dalle cornamuse come apertura di concerto, all’emblema de The Celtic Football Club – 1888” sulla batteria, alle maglie e sciarpe che aveva con sé sul palco. E non è mancato il riferimento ai campionati europei in corso, dispiacendosi per l’uscita dell’Italia, ma gioendo per la qualificazione dell’Inghilterra, per la semifinale di Euro2024.
Come aveva già fatto a Copenaghen e ad Amsterdam, dove il pubblico ha condiviso, e a Berlino, dove è stato invece fischiato, ha dedicato la canzone Rhythm of My Heart al popolo e all’esercito ucraino indossando i colori della bandiera Ucraina proiettando video della guerra.
Sir Rod Stewart è uno dei più grandi cantanti rock'n' roll di tutti i tempi, che ha saputo creare una cruda combinazione di folk, rock, blues e country, oltre a unire suoni e ritmi celtici. Il suono del violino e dell’arpa che hanno accompagnato i suoi successi dal palco diel Lucca Sumer Festival hanno saputo creare intervalli strumentali di grande effetto e apprezzati dal pubblico, che hanno dato la possibilità al grande Rod Stewart di cambiarsi d’abito e di rinfrescarsi.
I musicisti che lo hanno accompagnato in questo grande show hanno saputo unirsi alla sua euforia e alla sua voglia di fare spettacolo esaltando la sonorità e la bellezza delle canzoni di questo grande artista.
La sua voce inconfondibile, gloriosamente roca e graffiante, che ha rischiato di perdere qualche anno fa, dopo aver subito un’operazione alla tiroide, stasera ha dimostrato non solo di possedere ancora, ma di essere ancora una superstar, nonostante i suoi 79 anni ed avere la grinta e la voglia di stare su un palco a cantare e a ballare.
Ha così entusiasmato i suoi fan con altri successi, quali Have I told you lately, It Takes Two (Kim Weston cover), Baby Jane, Da Ya Think I’m Sexy?
Concludendo con Sailing, e lasciando tutti delusi quando non è tornato sul palco per un bis, ma comunque orgogliosi di poter essere stati presenti questa sera.
Un grande artista, Rod Stewart, che nella sua carriera pluridecennale, ha conquistato per undici volte la vetta della classifica britannica degli album più venduti, ed è entrato ventisei volte nella top ten di quella relativa ai singoli, riscuotendo anche un notevole successo negli Stati Uniti, con sedici singoli entrati nei primi dieci posti della classifica Billboard Hot 100, quattro dei quali al primo posto.
Ha venduto complessivamente più di 120 milioni di dischi in tutto il mondo. In occasione di un concerto gratuito davanti a circa tre milioni e mezzo di spettatori, tenutosi sulla spiaggia di Copacabana la notte di San Silvestro del 1994, il cantautore britannico è divenuto l'artista con maggiore affluenza di pubblico nella storia del rock.
Soprannominato Rod the mod ("Rod il ribelle"), Stewart ha conquistato nel corso della sua carriera un Grammy Award nel 2005, un BRIT Award nel 1993, un American Music Award nel 1994 e due World Music Awards nel 1993 e nel 2001. Nel 2019 la rivista Billboard lo ha inserito al 15º posto nella classifica dei migliori cantanti di tutti i tempi, mentre occupa la 49ª posizione nell'omologo elenco stilato nel 2023 da Rolling Stone. Come artista solista, Stewart è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1994, nella UK Music Hall of Fame nel 2006, e una seconda volta nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2012 come membro dei Faces. Inoltre dal 2005 il suo nome è scritto sulla Hollywood Walk of Fame.
Nel 2007 è stato nominato CBE (Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico) a Buckingham Palace per i meriti e il contributo dato alla musica, mentre nel 2016 è stato nominato cavaliere a Buckingham Palace per i suoi servizi alla musica e alla beneficenza dalla regina Elisabetta diventando ufficialmente “Sir Rod Stewart”. Tra i titoli di cui è più orgoglioso c’è quello di essere marito e padre dei suoi otto figli.
Foto Ciprian Gheorghita
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